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Il giornalista e scrittore Carlo Verdelli
Il giornalista e scrittore Carlo Verdelli

Incontri con l’autore: arriva il giornalista Carlo Verdelli

Nuovo ricco week end con “i Teatri di Sanseverino” che propongono un doppio appuntamento per sabato e domenica prossimi. Si inizia con la rassegna “Altre culture” che il 18 ottobre all’Italia, inizio alle ore 21 ad ingresso gratuito, presenta “New York, centro del mondo”, viaggio per immagini a cura di Erasmo Rovelli e Francesco Rapaccioni negli Stati Uniti d’America, la grande repubblica federale che conta quasi 320milioni di abitanti. La serata consentirà a tutti di incontrare anche gli americani residenti a San Severino per parlare, in particolare, di integrazione. Gli Usa sono una delle nazioni più etnicamente diverse e multiculturali del mondo, risultato dell’immigrazione da innumerevoli Paesi, Italia compresa. Domenica 19 ottobre, invece, la rassegna “Incontri con l’Autore” porterà sempre all’Italia, l’appuntamento ad ingresso libero è per le ore 16 del pomeriggio, il giornalista e scrittore Carlo Verdelli, autore del romanzo “I sogni belli non si ricordano”, edito da Garzanti. Alla lettura delle pagine del libro, a cura di Massimo Guglielmi dell’associazione Sognalibro, si alterneranno brevi pause musicali, che saranno affidate a Filippo Boldrini al violoncello. Ma sul palco dell’Italia salirà anzitutto l’autore di questo straordinario romanzo che sarà intervistato dal direttore artistico de “i Teatri di Sanseverino”, Francesco Rapaccioni. Carlo Verdelli è stato direttore di “Sette” del Corriere della Sera, “Vanity Fair”, “La Gazzetta dello Sport” e vicedirettore del “Corriere della Sera” per sette anni. Attualmente scrive per “La Repubblica”. “I sogni belli non si ricordano” è il suo primo romanzo, dove l’infanzia è il filo rosso che lega una serie di istantanee di un mondo perduto, evocato dai mille umori dell’essere bambini, dal capriccio all’entusiasmo, dai pianti alle risate, dagli imbarazzi ai primi amori: un viaggio indietro nel tempo che ci restituisce in dono i nostri primi anni di vita, perché “i bei sogni non si ricordano, ma i bei ricordi non si dimenticano”. “Tutti siamo stati bambini e tutti ci dimentichiamo di esserlo stati, quasi fosse una vergogna di cui liberarsi. Tutti tranne uno, Peter Pan, che è ancora lì che svolazza, e a me prima non stava simpatico. L’hanno fatto persino diventare il sintomo di una malattia: lei è affetto da “sindrome di Peter Pan”, cioè un adulto irresponsabile che si rifiuta di accettare l’adultità. E quale genio – si chiede Verdelli – ha stabilito che della parte più magica di noi, e la più innocua e innocente, ci si debba liberare come un serpente della pelle vecchia al momento della muta? E lasciarla indietro, quella scia risplendente, scartata, rinnegata, quasi abiurata invece di portarcela dietro, dentro, come preziosa reliquia di quello che sognavamo di essere e non siamo stati?”.

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