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Ernesto Vissani
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“Musica è sincerità”: Ernesto Vissani dedica Cd alla sua terra

“Ve voio raccontà la storia mia fatta de fatica e de poesia…”, scrive Ernesto Vissani nella “quinta di copertina” del suo Cd “La provincia de Macerata”, dove sono raccolti tredici brani che seguono un unico filo conduttore: l’amore per la terra natia, per il lavoro, la famiglia, la musica. Un’opera importante, quella di Ernesto – settempedano Doc, da tempo residente a Macerata –, curata nel proprio home studio in più di due anni di laborioso perfezionamento. All’interno del Cd, confezionato in modo creativo con alcune belle foto scattate dalla moglie Anna Scuppa nelle campagne di Pollenza, il musicista e compositore conferma tutto il proprio “genio” presentando brani recenti e altri che facevano già parte del suo repertorio. Li ha arrangiati tutti lui. E pure i testi, scritti nel nostro dialetto, sono suoi.

Ma non finisce qui: la voce maschile è dello stesso Ernesto, il quale, oltre a cantare, suona – nei vari pezzi – ben nove strumenti: banjo, batteria, percussioni, chitarre, mandolino, basso, tastiere, armonica e fisarmonica.

Ernesto, sapevamo del suo eclettismo musicale, ma il Cd è sorprendente…

“Molto del lavoro è stato fatto in casa con delle apparecchiature buone, adatte a fare registrazioni. Poi ho chiamato dei musicisti per inserirli su alcune parti che ritenevo giuste. Il benjo, che ho anche nell’immagine di copertina, l’ho acquistato appositamente per questi pezzi. Come ad esempio la fisarmonica: l’ho suonata avendo in mente le frasi che sentivo dentro, ma non sono un fisarmonicista”.

I musicisti cui accennava sono Maurizio Moscatelli (sax), Ludovico Cipriani (chitarra solista) e Nazzareno Zacconi (chitarra), cui si aggiungono le voci di Micaela Piccinini, Cristina Ricotta, Rita Palmas ed Elisabetta Delogu… Giusto?

“Sì, a loro va un particolare ringraziamento: la voce di Micaela Piccinini, settempedana anche lei, è entrata perfettamente nello stile dialettale; idem per il sax di Maurizio Moscatelli, pure lui di San Severino. Poi un grazie speciale va a Elisabetta Delogu, stupenda cantante cagliaritana. Contattai uno studio alla ricerca di qualche persona in grado di cantare nel dialetto del Sulcis e uscì fuori il suo nome. Non c’eravamo mai visti, né sentiti… Però l’intesa è stata immediata”.

Il pezzo finale, solo strumentale, “Heartquake 2016”, nasce dal sisma… E’ molto bello.

“E’ il pianto di un’anima colpita da questo triste evento. Sono stato traumatizzato da tanta violenza. Ho sentito il mondo intorno a me insicuro, in cui tutto cambia: i valori, come gli sguardi e le parole delle persone. Così, mentre temevo arrivassero ancora scosse, ho preso la chitarra e ho composto quel brano”.

C’è poi il ricordo di Jimmy Fontana…

“Sì, con Che sarà … E’ un chiaro omaggio a questo grande maceratese. Sentivo quella canzone da piccolo nel mangiadischi e il giorno in cui seppi della scomparsa di Jimmy Fontana ebbi come l’impressione di perdere un pezzo della mia infanzia”.

Cosa ci dice, invece, del brano Mutos de amicitia?

“Questa canzone è nata tra le pagine di Facebook,dove feci amicizia con Rita Palmas: suo è il testo. Ebbene, scrivendoci, abbiamo concordato l’idea di fare un pezzo insieme. Così sono andato a comprare una fisarmonica a Castelfidardo ed è venuto questo brano. Il testo parla di Leopardi, ma ogni tanto menziona me, dicendo “il batterista”. E’ un testo curioso, ma anche raffinato. Lei, assieme al marito, è venuta a trovarmi diverse volte; poi lui ha preso anche una specializzazione universitaria a Camerino. In quel tempo nessuno di noi poteva immaginare cosa sarebbe accaduto, qualche mese dopo, a causa del sisma”.

Un’altra particolarità sta nel brano Su le ma… Giusto?

“Sì, è nato per tutte quelle persone che hanno affrontato questa crisi economica che purtroppo non ha lasciato scampo. Ma ho a cuore anche altri due brani: Memory folk people, il cui testo l’ho scritto ad Apiro durante un’edizione del Festival internazionale del folklore, e Saltarello Jazz, un brano difficile da eseguire, perché in 7/4 e 6/4… Per suonarlo ho dovuto dare veramente il meglio di me”.

Nel Cd non mancano riferimenti alla sua San Severino…

“Già, fra l’altro c’è un brano dedicato a Cardabrì, un falegname che abitava sotto casa mia. Era una persona buona e sincera, un grande lavoratore. Mi è sembrato giusto ricordarlo”.

Come fare per acquistare copie del Cd?

“Per la distribuzione non ho nessuno. Sono fuori dalla logica del mercato,sia per scelta, sia perché non sono un professionista. Ciò non toglie, però, che non si possa fare arte, e pure di buon livello. Oggi i Cd si vendono poco, così mi hanno consigliato di mettere il lavoro su internet , cioè su quei siti in cui è possibile scaricare di tutto. Ma io sono voluto restare fedele al Cd perché volevo dare qualcosa che rimanesse fra le mani, che si potesse toccare, strofinare… La mia musica è questo: sincerità!”.

A San Severino il Cd è disponibile presso la cartoleria-edicola di Maura Ramaccini in via Eustachio.

m. g.

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