Emanuele Ticà, responsabile del laboratorio di restauro e artigianato Mastro T di San Severino, inizierà la prossima settimana i lavori di ripulitura e sistemazione del monumento alla Resistenza costruito nel lontano 1965 su progetto di Arnaldo Bellabarba per commemorare il ventesimo anniversario della Liberazione. “Di tempo ne è passato – dice Emanuele Ticà – e l’opera ha bisogno di un restauro conservativo. Così, di mia iniziativa, a dicembre, ho lanciato un crowdfunding per sostenere le spese dell’intervento e, avendo raccolto una cifra base per il restauro del legno, ho deciso di iniziare”. Hanno aderito il Comune (con l’Ufficio manutenzioni), la Pro loco e alcuni privati cittadini. I lavori, in questa prima fase, riguardano solo il monumento vero e proprio e alcuni gradoni che sono parzialmente danneggiati. Poi, se arriveranno ulteriori finanziamenti, sarà possibile sistemare il resto del complesso monumentale (luci, pali per l’alzabandiera, targa laterale apposta nel 1994 con i nomi dei partigiani uccisi nella lotta di Liberazione a San Severino). “L’opera disegnata da Bellabarba, dopo il terremoto, ha cominciato a cedere nella parte posteriore sinistra – spiega il restauratore Emanuele Ticà – e presenta almeno quattro parti mancanti. Altre sezioni sono rotte e, a giudicare dai bulloni mancanti, ci sono ulteriori pezzi andati persi col tempo. E’ necessario intervenire per salvare e rivalorizzare l’opera, non si può rinviare oltre il lavoro. Pertanto colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che mi stanno sostenendo in questa iniziativa”.
Ticà, reduce dal restauro della grande cornice in legno che ha riaccolto l’opera di Baccio Ciarpi (“Madonna con il Bambino e i santi Rocco e Severino”, da sempre attribuita al Pomarancio) nella chiesa di San Rocco, è impegnato anche in altro progetto che, per certi versi, si lega proprio al monumento alla Resistenza di Bellabarba. Siamo sempre in viale Mazzini, ma esattamente dall’altra parte della strada, dove sta nascendo il nuovo Istituto tecnico “Divini”. Precisamente, di fronte al monumento, si trova il moderno complesso dell’aula magna con uno slargo delimitato che funge da piazzetta per l’ingresso-uscita degli studenti in quella porzione di scuola. Emanuele Ticà sta preparando l’opera – una sorta di “macchina del tempo” – che donerà all’Itts per essere collocata al centro di questo spazio esterno: due prismi inclinati fatti con quattro lamiere specchianti per creare un gioco di riflessi fra il presente (la moderna aula magna, che i progettisti hanno “bucato” e colorato di rosso per richiamare proprio i fori e il sangue del prospicente monumento alla Resistenza), il futuro (rappresentato dai giovani studenti) e il passato (il monumento di Bellabarba). “Si potrebbe chiamare Piazza della Libertà – suggerisce Emanuele – dandole evidenza sui social per creare un hashtag di interesse mediatico che favorisca scambi di opinioni e informazioni fra i ragazzi che amano molto anche le piazze virtuali”.
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