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Da sinistra: il logo disegnato da Muggiani; il logo rivisto nel 2014 e, più grande, il nuovo stemma
Da sinistra: il logo disegnato da Muggiani; il logo rivisto nel 2014 e, più grande, il nuovo stemma

“Nel nuovo logo dell’Inter manca una parte rilevante dell’anima fondante nerazzurra”

Abbiamo voluto sentire Gabriele Cipolletta, presidente del locale Inter club, in merito al cambio dello stemma che la società nerazzurra ha effettuato qualche giorno fa, esattamente il 30 marzo. Quello settempedano è l’unico club nerazzurro intitolato a Giorgo Muggiani, colui che promosse la scissione dal Milan e disegnò personalmente lo stemma della società nel 1908.

Gabriele Cipolletta, come noto, è anche uno storico del Calcio e ha realizzato, tra l’altro, l’ultimo stemma della S.S. Settempeda.

Cosa ne pensi di questo cambio?

“Nella sua storia la nostra ‘beneamata’ ha molte volte, forse troppe, cambiato il proprio simbolo, spesso per situazioni contingenti e non sempre lo spirito fondante di Muggiani è rimasto integro, evidenziando di volta in volta situazioni soggettive e particolari, come ad esempio durante il fascismo, per la fusione con l’Ambrosiana. I cambiamenti, comunque, sono talvolta anche un bel segnale di vitalità e forza propulsiva”.

Quale il miglior logo tra i tanti che hanno rappresentato l’Inter nei decenni?

“Quando nel 2014 ci fu l’ultimo ‘restyling’ con l’avvicinamento delle due strisce nerazzurre, credevo che il processo fosse finito e definitivo, con quello che secondo me rappresentava la tappa finale, il completamento e il meglio della rappresentazione dello spirito che Giorgio Muggiani voleva dare alla nuova società calcistica di Milano nel 1908, con quel magico e affascinante mix di milanesità, italianità e internazionalità, sintetizzato alla perfezione dall’intreccio di FCIM, su sfondo dorato e circondato dal nero e dall’azzurro. Un intreccio segno di carattere forte e deciso, energia e determinatezza. Per me resta il simbolo più bello mai realizzato per meglio rappresentare la nostra aristocratica e artistica anima nerazzurra”.

Cosa non ti piace in questo stemma?

“Per rispondere cito quanto disse Muggiani la sera del 9 marzo 1908: ‘Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo’. Quindi manca il colore dorato delle stelle, il sogno, con cui si poteva colorare nel nuovo logo la I e la M, avendo trasformato lo sfondo, che io posso condividere, in nerazzurro. Sembra un piccolo particolare in apparenza insignificante, ma concettualmente per me molto importante. Forse siamo un po’ stanchi di tutti i colori che ci opprimono in questa pandemia. Per il resto condivido tutto, compresa la campagna culturale che lo accompagna”.

Perché avete intitolato il club di San Severino Marche a Muggiani?

“E’ stata una mia precisa e determinata volontà personale condivisa dal consiglio direttivo dell’Inter club di San Severino, perché Giorgio Muggiani è stato un personaggio speciale e incredibilmente avanti coi tempi. Oggi ad esempio si parla ancora e molto di razzismo e l’Inter ogni volta ribadisce di essere contro questa squallida forma mentale e operativa. Signori, Muggiani nel 1908 scrisse ‘… noi siamo fratelli del mondo’. E’ nel nostro Dna fondante. Non serve ribadirlo sempre. Per concludere mi piace sottolineare come purtroppo anche Giorgio Muggiani, come Vittorio Pozzo, Commissario tecnico della Nazionale azzurra che vinse due Campionati del mondo e un’Olimpiade, hanno pagato l’essersi imposti come Persone pensanti e capaci nel periodo fascista. I loro meriti sono indiscussi e indiscutibili, ma molto spesso messi da parte per disonestà intellettuale”.

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