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“The Rental” segna l’esordio alla regia di Dave Franco

Due coppie decidono di prendere in affitto, per un weekend, una meravigliosa villa vicina al mare. Charlie sta con Michelle, ed il fratello di lui, Josh, è fidanzato con Mina. Ma tra i quattro i rapporti non sono così trasparenti: Charlie tradisce Michelle con Mina, e Josh è un uomo violento, con precedenti legali. Una volta giunti nella villa, il responsabile (un uomo gretto e razzista) lascia loro il locale, ma c’è qualcosa che non va: un’oscura figura controlla gli inquilini di nascosto ed ha piazzato videocamere in tutta la casa. Quest’uomo ignoto non è soltanto uno spione, ma un vero assassino che cercherà di far fuori questi quattro disgraziati.

The Rental è l’esordio alla regia di Dave Franco (fratello dell’attore James Franco), disponibile su Amazon Prime Video. Un’opera dal classico impianto tra il thriller e l’horror: una casa isolata, quattro giovani, un misterioso uomo che li spia con malevoli intenzioni. Quando c’è di mezzo una abitazione, l’orrore ci ha insegnato che nemmeno in una casa appartata possiamo stare al sicuro: ricordiamo film come Reazione a catena (Mario Bava, 1971), La casa sperduta nel parco (Ruggero Deodato, 1980), La casa (The Evil Dead, Sam Raimi, 1981), Paranormal Activity (Oren Peli, 2007), e molti altri lungometraggi del genere che concentrano il male all’interno di quattro mura, dove strane presenze e/o pericolosi personaggi irrompono per mettere in subbuglio la vita dei protagonisti.

The Rental si nutre di tutto il cinema precedente, ma non cede al puro citazionismo e gioca abilmente sulla suspense, grazie ad una regia diretta, tagliente, che non induce sui classici particolari violenti e slasher noti ai più: la tensione crescente, ben gestita dal regista, addentra lo spettatore in questo cristallino e ansioso racconto. La storia di quattro personaggi che, pur essendo vittime di un assassino, non sono esenti dai difetti: sono esseri umani deboli, bugiardi, traditori e violenti, incapaci di instaurare un sincero rapporto tra di loro. I ragazzi rispecchiano la villa che affittano: perfetti al di fuori, marci all’interno. Allora, quell’uomo che li controlla per colpirli, chi è? Un killer seriale? Un esaltato che vuole punire le sue vittime per i loro peccati? La vicenda non ci fornisce molti indizi su questo assassino mascherato, ed è proprio lì la forza del suo killer: il silenzio. Non sappiamo nulla di lui, non dice una parola, non riusciamo mai a riconoscere il suo volto: la morte è così, anonima, pronta a colpire nel momento meno aspettato, come nella vita reale, senza dire nulla, senza farsi riconoscere, senza dare alcuna spiegazione.

The Rental genera tensione attraverso il mutismo, lasciandoci con molte domande e poche risposte, donandoci una serie di elementi (specialmente nel finale) per farci presagire l’inizio di una saga: scopriremo qualcosa in più sulla mente di questo assassino? Chi colpirà? Verrà fermato? A queste domande potranno rispondere soltanto gli autori, sperando che non snaturino le potenzialità di questo prodotto.

Silvio Gobbi

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