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Agnese (seconda da sinistra) con la famiglia americana che la ospita in Minnesota
Agnese (seconda da sinistra) con la famiglia americana che la ospita in Minnesota

Agnese Fefè e i suoi 18 anni festeggiati in Minnesota

Diciotto anni in Minnesota ai tempi del coronavirus. Li ha compiuti Agnese Fefè, studentessa al Liceo classico “Filelfo” di Tolentino volata nello Stato americano lo scorso agosto per frequentare l’anno scolastico alla High School di Brainerd, che conta circa 1.800 alunni. La famiglia che la ospita, nel piccolo centro di Pillager, le ha preparato una festa casalinga, mentre i suoi familiari – la mamma Michela, il babbo Gianluca e il fratello maggiore Michele – l’hanno chiamata in collegamento video con tanti suoi amici di San Severino. “E’ stata una sorpresa bellissima – dice Agnese – perché non me l’aspettavo. Mi hanno fatto, tutti insieme, anche uno splendido video”.

Video che ripercorre la sua giovane vita e contiene i messaggi di amici, italiani e americani, nonni, zii, maestre (dall’asilo alla Materna, fino alla Primaria), gruppo famiglie della parrocchia, Scout, insegnanti di canto, teatro, danza, equitazione… Insomma di tutti coloro che in questi anni sono stati al fianco di Agnese. E da lei sono arrivate prontamente parole di ringraziamento, miste a commozione: “Li ringrazio di cuore, mi mancano molto! Mi manca l’Italia, ma so anche che mi dispiacerà tanto andar via da qui…”.

Il rientro di Agnese è previsto per il prossimo 11 giugno. In questi giorni è impegnata negli esami conclusivi del suo percorso di studi; uno lo ha superato a pieni voti proprio la mattina del suo compleanno, il 13 maggio. L’abbiamo sentita contenta, anche se pure negli Usa il coronavirus incide nella vita di tutti i giorni. “Come regalo per i 18 anni la famiglia che mi ospita mi avrebbe portato a vedere un musical di Brodway – racconta la giovane settempedana – ma non siamo potuti più andare. Inoltre, per via delle restrizioni del momento, è saltato anche il Prom (la festa da ballo di fine anno scolastico; ndr) e non si potrà più fare neppure il Graduation Day (la cerimonia conclusiva in cui vengono rilasciati i diplomi scolastici; ndr). Abbiamo dovuto sospendere pure il musical che stavamo preparando a scuola. Peccato! Sarebbero stati dei momenti molto emozionanti da vivere qui…”. Poi Agnese aggiunge: “Peraltro, qui negli Usa, il diciottesimo anno non viene visto con tanta enfasi, perché in fin dei conti i giovani americani non lo considerano come il traguardo delle opportunità date dalla maggiore età”. Tornando al coronavirus, che negli States ha provocato già oltre 80 mila morti, la situazione è abbastanza tranquilla nella zona geografica in cui vive e studia Agnese Fefè: “Sì, da queste parti non è percepito come il male assoluto – dice –, tutti rispettano il distanziamento sociale, ma pochi indossano la mascherina o i guanti, mentre io e la mia famiglia mettiamo sempre tutto quando andiamo a fare la spesa, cercando di osservare le regole. A livello scolastico, fin dall’inizio dell’anno, e quindi a prescindere dalla pandemia, mi hanno consegnato un computer portatile come strumento per la didattica. Quindi lo utilizzo ora per i compiti e le lezioni online. Inoltre, proprio in questa settimana ci sono gli esami finali che facciamo sempre in collegamento a distanza, con un tempo dato e senza poter aprire altre “finestre” per cercare soluzioni o suggerimenti. Per avere tutti i crediti necessari devo studiare almeno quattro materie obbligatorie: storia, scienze, matematica e inglese. Poi ci sono altre tre discipline scelte dallo studente, come fisica, geometria, arte, musica… Io, facendo il Liceo classico in Italia, devo mantenere inoltre il greco e il latino. Qui il sistema scolastico è diverso, ma in fin dei conti, se studi, non è difficile essere bravi come o più degli americani”. L’ultima cosa che chiediamo ad Agnese è un bilancio di questa esperienza a “stelle e strisce”. “Sia prima della quarantena, sia durante, è stata bellissima per me – conclude lei – perché andare in un altro Paese, vivere per quasi un anno lontano dalla tua famiglia in un posto che non conosci, ti matura molto e ti fa cambiare la prospettiva da cui vedi le cose. Ho vissuto con spirito diverso anche l’impegno scolastico e ho fatto tante amicizie, non solo di ragazze e ragazzi statunitensi. E’ stata un’esperienza unica, bella, davvero bella”.

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