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Massimo Ghini assieme al direttore artistico Francesco Rapaccioni e ai collaboratori di sala
Massimo Ghini assieme al direttore artistico Francesco Rapaccioni e ai collaboratori di sala

Teatro: cosa non si farebbe per “Un’ora di tranquillità”?!

Tutto esaurito lunedì scorso al teatro Feronia per lo spettacolo “Un’ora di tranquillità”, inserito nel cartellone in sostituzione di “Uomo e galantuomo”. Massimo Ghini, nella duplice veste di attore protagonista e, per la prima volta, regista, si è confrontato con la comicità di un testo mai rappresentato in Italia, del drammaturgo francese Florian Zeller. Il protagonista, Michel, è alla ricerca di un’ora, un’ora soltanto, di tranquillità, per ascoltare in santa pace un vinile che ha tanto cercato e che ha trovato per caso tra le bancarelle dei mercatini di Parigi. Guarda caso, sembra che tutti, in famiglia, vogliano impedirgli di gustarsi questo momento di puro e solenne jazz. La moglie ha deciso di rivelargli, proprio in quel momento, che più di venti anni prima lo ha tradito con Pierre, migliore amico del marito, e che da quella relazione è nato il figlio che Michel ha creduto e cresciuto come suo. Poco male; su questo si può anche mettere una pietra sopra, considerando che il ragazzo vive una situazione particolare di disadattamento sociale: abita in uno scantinato, ama la musica rock, fa qualche concerto qua e là, ma nessun progetto di vita.
Ci sono, però, i lavori di casa, eseguiti da un improbabile muratore, prima polacco poi portoghese, ma che comunque combina guai, tanto che l’inquilino del piano di sotto irrompe più volte nell’appartamento di Michel lamentando disastri nella sua camera da letto, a causa di infiltrazioni di acqua dal soffitto. Ci si può accordare anche su questo. Ma come la mettiamo con Elsa, amante di Michel nonché migliore amica di sua moglie, che non riesce più a mentire alla donna e vuole confessarle tutta la verità? Insomma, è proprio come capita spesso nella vita di tutti i giorni, quando momenti tanto attesi e desiderati sono interrotti da visite o da telefonate; solo che a Michel gli imprevisti si sono moltiplicati all’ennesima potenza e hanno dato vita ad una commedia vivace, brillante, in cui le varianti sono davvero troppe per cercare di sistemare le cose. Certo, la riflessione dal sapore amaro è che le ipocrisie e i segreti, tenuti nascosti per tanto tempo, in un’ora soltanto, sono saltati fuori e hanno portato alla disgregazione di una famiglia. Ma finalmente, quando tutti se ne sono andati, Michel può mettersi tranquillo ad ascoltare il suo disco… per scoprire che è difettoso. Il pubblico settempedano si è divertito e, a suon di applausi, ha riconosciuto la bravura di tutto il cast, ma in particolare di Massimo Ghini, uno degli attori più amati di casa nostra.

Michela Ciciliani

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