È stata indetta, per venerdì 29 gennaio, una riunione straordinaria all’ex Cinema Italia. Il motivo? La chiusura del reparto maternità di San Severino, tecnicamente ormai prossima. Il convegno, esteso a tutta la cittadinanza, è indetto dal Comitato per la difesa e la tutela dell’Ospedale Bartolomeo Eustachio. È solo l’ultimo dei provvedimenti presi per contrastare questa chiusura: negli ultimi due mesi il Comitato ha organizzato una manifestazione in piazza, mobilitato la stampa e partecipato a convocazioni della giunta regionale. Tutto per denunciare quella che – secondo i membri del Comitato e moltissimi dei cittadini dell’alto-maceratese – è un provvedimento non solo iniquo, ma anche rischioso per la salute di gestanti e nascituri.
Alla riunione sono invitati moltissimi fra autorità politiche, forze dell’ordine, organi di stampa e personale ospedaliero. Ma soprattutto, ovviamente, è chiamata a raccolta la cittadinanza. Tutta.
“Crediamo molto in questa riunione – ha spiegato Marco Massei, vicepresidente del Comitato –, che consideriamo l’ultimo baluardo in difesa del punto nascite prima della chiusura del 31 gennaio. Ci auguriamo che la giunta riveda perlomeno la sua decisione”. Ma ci sono forti speranze anche verso il ricorso da presentare Tar, che verrà depositato proprio in questi giorni. “Anche se il ricorso presentato da Osimo non ha avuto successo, purtroppo, crediamo che per San Severino la situazione sia diversa: innanzitutto siamo area montana, quindi notoriamente con maggiori disagi; in più non c’è un servizio di Stam attivato, come prevede la legge”. Terza motivazione: l’ospedale di Macerata, che in caso di chiusura riceverebbe circa un 50% di pazienti in più, non è meglio attrezzato di quello di San Severino. Anzi. “Ci sono lavori di ristrutturazione importanti in previsione, lo afferma una delibera del 31 dicembre 2015. Tutto bene, se non fosse che questi lavori si protrarranno per circa un paio d’anni. Non solo: a Macerata manca il certificato di prevenzione incendi. Magari lo sarà fra due o tre anni – ce lo auguriamo tutti – ma quest’ospedale, al momento, non è più sicuro di quello di San Severino”.
Venerdì, dunque, ci sarà una riunione. Lo scopo, lo si può evincere dalla quantità di sindaci e consiglieri invitati, è chiaramente quello di far rete: far dialogare fra loro le autorità dell’entroterra maceratese, per far alzare una voce il più forte possibile. “Vogliamo ottenere un risultato simile a quello della provincia di Pesaro – aggiunge Massei – : 55 sindaci su 59 sono riusciti a far massa critica, a formulare un ‘no’ potente al progetto di Ceriscioli. Forse anche noi riusciremo a fare lo stesso”. La data da segnare è venerdì 29 gennaio, alle 21, all’ex Cinema Italia.
Alessandra Rossi