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Vittorio Sgarbi in Pinacoteca firma gli atti per risiedere a San Severino; con lui il sindaco Rosa Piermattei
Vittorio Sgarbi in Pinacoteca con il sindaco Rosa Piermattei

Sgarbi è ufficialmente residente a San Severino

Tre ore e mezza di attesa sull’annunciato arrivo del notissimo critico d’arte sono valse la pena. Vittorio Sgarbi è un cittadino di San Severino. La firma ufficiale del cambio di residenza, alla presenza del sindaco Rosa Piermattei, di colui che fu il sindaco della città settempedana ormai più di un ventennio orsono è avvenuta in Pinacoteca, con alle spalle “Il matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria”, di Lorenzo Salimbeni, che ha suscitato polemiche, alcune settimane fa, per il prestito del dipinto ad Urbino. “Ho deciso di tornare a San Severino, ferita dal terremoto – ha detto Sgarbi -, come uno dei luoghi essenziali della mia vita. Le Marche sono, aldilà del momento che stanno passando, un luogo perfetto dove poter vivere, un’isola felice in cui il paesaggio raggiunge la perfezione. Una persona intelligente vive nelle Marche, tant’è vero che l’amico Aldo Maria Brachetti Peretti (il conte di Pollenza di cui il critico è stato ospite in mattinata, ndr), quando è libero da impegni di lavoro vive a Tolentino, qua vicino. Ho voluto dare una prova d’intelligenza venendo a vivere in un luogo di perfezione. Ho intenzione di impegnarmi sul territorio per risollevarlo dopo la tragedia del terremoto. Per questo faremo una mostra in Campidoglio e a San Severino sul Pinturicchio. Si potranno intraprendere iniziative sul territorio e proprio qua, in Pinacoteca, ho scoperto la mostra su Montale che ha dedicato la raccolta di poesie Xenia alla moglie Drusilla Tanzi con la nascita editoriale a San Severino”. Pareri positivi e volti raggianti per la scelta di Vittorio Sgarbi di risiedere nel centro settempedano sia da parte degli esponenti della Giunta venuti ad accoglierlo: il vice sindaco Giovanni Meschini, gli assessori Sara Bianchi e Paolo Paoloni ed il presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata. Sia anche dalla prof.ssa Donella Bellabarba, che ha ricordato la bellezza e l’importanza della mostra su Montale poeta e pittore e la figura incommensurabile del cavalier Folco, suo padre, che Sgarbi a sua volta ha riportato alla mente con simpatia.

L. M.

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