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Menichelli e Martini
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Menichelli cardinale: gli auguri del sindaco e della città

“Per la città di San Severino quello di oggi è un giorno di gran festa che apre il nuovo anno nel segno della fede e della speranza. L’anno vecchio l’avevamo chiuso nel peggiore dei modi, la notizia della nomina a cardinale di don Edoardo fa felice e inorgoglisce questa nostra comunità”. Con queste parole il primo cittadino settempedano, Cesare Martini, ha accolto l’annuncio, dato da Papa Francesco durante l’Angelus in piazza San Pietro, della nomina del vescovo metropolita di Ancona e Osimo a cardinale. “Don Edoardo – ha proseguito Martini, visibilmente emozionato e commosso – per i settempedani tutti è sempre stato, è e sempre sarà, semplicemente don Edoardo. Il suo legame con questa nostra terra, che è veramente la sua terra, è indissolubile. Qui ha voluto festeggiare il suo ultimo compleanno, qui torna spesso per incontrarsi di nuovo con parenti ed amici, qui ha da sempre i suoi affetti più cari che mai lo molleranno. Sono stato inondato di messaggi e telefonate, moltissima gente mi ha chiesto di far da tramite per far arrivare subito i migliori auguri a monsignor Menichelli, segno questo che egli è realmente un buon pastore. So che nemmeno lui si aspettava questa nomina, che tempo fa aveva chiesto di poter chiudere il suo ministero, ne aveva parlato anche a me durante uno dei nostri incontri. La risposta di Papa Francesco, straordinaria come sempre, è un altro segno importante, inatteso quanto unico. Don Edoardo dovrà rassegnarsi, questo nostro popolo in cammino ha ancora un grande bisogno di lui”.

Monsignor Menichelli è stato sempre presente a San Severino, lui è originario della frazione di Serripola, durante importanti momenti vissuti dalla comunità locale. Di recente ha preso parte alla riapertura del Duomo antico di Castello al Monte, dopo lunghissimi lavori di recupero e restauro, e poi ha voluto prendere parte personalmente alla cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria ai fratelli Elio, Frida e Riccardo Di Segni, quest’ultimo rabbino capo della comunità ebraica di Roma. Con Elio e Frida, ebrei costretti a trovare rifugio nei pressi di casa Menichelli, il presule visse momenti indimenticabili che in parte ha ricordato nella pubblicazione: “Mosè Di Segni, medico partigiano”.

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