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A tavola con il Pontefice
A tavola con il Pontefice

Il Papa (3). Il pranzo, l’emozione di cucinare per lui…

Tagliatelle al ragù, girello di vitello arrosto con purè di patate e verdure cotte, macedonia di frutta e gelato. Questo il menu del pranzo preparato per Papa Francesco e per tutti i sacerdoti della Diocesi. A tavola con lui c’erano il vescovo Massara e i suoi vicari, fra i quali il “nostro” don Aldo Romagnoli. Hanno cucinato il cuoco Roberto e sette volontarie (una per ciascuna delle 6 Vicarie, più una coordinatrice) dell’équipe della Pastorale familiare, alla cui Commissione diocesana il vescovo aveva affidato proprio il compito di organizzare il momento conviviale.

Un gruppo di ragazze e ragazzi invece è stato impegnato per il servizio ai tavoli.

“Fare il volontario in cucina per preparare il pranzo per il Papa – racconta Gemma – penso che sia un’esperienza più unica che rara. La ‘squadra’ è stata armonizzata nella sua varietà sicuramente dalla presenza dello Spirito Santo che ha dato a ognuno la capacità di dare il meglio di sé fino in fondo! Non abbiamo potuto seguire nulla, la fatica è stata tanta, ma l’emozione del Papa che entra in cucina all’improvviso e ti stringe la mano guardandoti negli occhi e ti dice “Grazie! Pranzo veramente buono!!” è una grazia sovrabbondante”.

“È stato un piacere cucinare per Papa Francesco – aggiunge Valentina Sticconi – ma è stato molto bello cucinare anche per tutti i nostri sacerdoti. Sono loro che ci fanno dono di Gesù eucarestia: a noi, ai nostri genitori, qualcuno di loro anche ai nostri nonni, e oggi ai nostri figli. Senza di loro non sarebbe possibile! Ai fornelli, poi, un cuoco – Roberto – veramente speciale ci ha saputo guidare con maestria e cordialità… Ci siamo sentiti subito in sintonia con lui”.

La giovane Chiara Antognozzi, invece, portava a tavola. Ecco il suo commento: “E’ stata un’esperienza che ci ha fatto capire con quanta semplicità e umiltà il Papa si relazioni con tutti, con quanta umanità guardi e stringa la mano a ciascuno. È una persona comune, uno di noi, che non pone distanze, ma si avvicina per primo con grande voglia di incontrare persone comuni e stare in mezzo a loro come un amico. A prescindere dall’orientamento religioso o da quanto ognuno sia impegnato in questo ambito, penso sia sempre bello incontrare una persona così”.

Prima di pranzare il Pontefice aveva attraversato la “zona rossa” di Camerino per visitare il santuario di Santa Maria in Via. Aleandra Martelli fa questa riflessione: “Un tuffo al cuore vedere il Santo Padre entrare in Santa Maria in Via. Ricordo la recita delle lodi in questa chiesa che ci abbracciava nelle fredde mattine, prima di entrare nella vicina scuola magistrale, e ricordo le celebrazioni ancora care nel cuore. Sono trascorsi 45 anni e la mente è lì, nel silenzio e con gli occhi che scrutano la bellezza e l’alterità dell’icona mariana. Ora in questo luogo ferito il Santo Padre mi ha preso per mano e mi ha fatto entrare, ancora una volta, dentro una memoria, presente! Che mi ripete: “Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

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