E’ stata inaugurata nella Chiesa della Misericordia in Piazza del Popolo la mostra realizzata dal Centro culturale “Andrej Tarkovskij” dal titolo “Santa Maria del Glorioso – 500 anni di fede”. L’esposizione sarà visitabile fino al 2 giugno, festa dell’Ascensione, con apertura nei giorni di sabato e festivi dalle ore 18 alle 20; chi volesse visitare la mostra in giorni o in orari diversi può prendere contatti con Angelo (3381090779) o con Massimo (3334454094).
Viene ripercorsa l’intera vicenda del “Glorioso”, con ampia documentazione storica tramite citazioni e immagini, in occasione del cinquecentenario della lacrimazione della statuina della Madonna (Pietà) presente nel Santuario (22 aprile 1519 – Venerdì santo). Viene mostrato come questo luogo ha avuto tanta importanza per la vita di San Severino e per un ampio territorio, così da far affermare al maggior cultore di questa vicenda, Giuseppe Ranaldi “Nella marca Anconetana, tranne il Lauretano, altro non ve ne era più frequentato”.
Il santuario di Santa Maria del Glorioso ha poi continuato a essere per secoli in relazione con Loreto, rappresentando una tappa fondamentale sulla Via Lauretana. Dopo un’introduzione in cui, come compagno di viaggio per “vivere” la mostra, viene proposto l’Inno alla Vergine tratto dalla Divina commedia di Dante Alighieri, il percorso si divide in quattro sezioni.
Nella prima (Il miracolo delle lacrimazioni) viene ricordato l’evento del 22 aprile 1519, “presente” ancora con i segni sul volto dell’immagine della Madonna e perpetuato da un’iscrizione in un pilastro del Santuario. Questo miracolo si ripeté nel 1701 e 1702, secondo la testimonianza della domenicana Suor Gesuarda Acciaccaferri.
La seconda sezione (La dedizione del popolo) narra dell’attaccamento popolare alla Madonna del Glorioso, in particolare della straordinaria solerzia di un’associazione di agricoltori, l’Università dei Bifolchi, che portò all’edificazione del Santuario nel tempo eccezionale di due anni e mezzo. Inoltre è interessante ripercorrere le tracce della custodia del luogo che ebbero i Domenicani, presenza storica rilevante a San Severino, da non dimenticare. Pure significativi, sia dal punto di vista religioso che etnografico, sono gli esemplari degli ex-voto esposti, che esprimono la grande affezione popolare alla “Madonnetta del Glorioso”.
La terza sezione (La costruzione del Santuario) è dedicata al monumento che accoglie la statua della Pietà e alle sue caratteristiche architettoniche e artistiche. Occorre ricordare che il Santuario fu costruito sul modello della Basilica della Santa Casa di Loreto, a tre navate, e al suo interno presenta, oltre l’altare principale e il sacello che accoglie la statuina della Madonna, ben undici altari laterali, tutti ricchi di affreschi e quadri.
Nell’ultima sezione (Santa Maria del Glorioso nei secoli) viene ripercorsa la storia del “Glorioso” fino ai nostri giorni, nei suoi principali eventi, come l’incoronazione del 1731, o le traslazioni nella Chiesa di San Domenico in città, eventi sempre accompagnati da un grande concorso di gente, ma viene anche illustrata la vivace festa popolare che ha da sempre accompagnato le ricorrenze del “Glorioso”, in particolare nel giorno dell’Ascensione. La festa ha ispirato poeti settempedani come Rutilio Rotelli e Settimio Cambio, i cui componimenti sono citati, come pure sono presenti nella mostra preghiere in dialetto, nate dalla spontanea creatività popolare e riportate da Don Amedeo Gubinelli nella sua pubblicazione (S. Maria del Glorioso ) del 1984.
In questo modo – dicono i promotori della mostra – intendiamo rendere omaggio alla Vergine Maria che ha visitato i nostri luoghi con grazie speciali (ricordiamo anche l’altro miracolo della Madonna dei Lumi ), attingendo in una memoria affascinante, ricca di storie personali e collettive, le risorse per vivere il presente.