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La colonna di fumo provocata dall'incendio

Sotto i capannoni “Cemeco” bruciate tonnellate di fieno

Un lavoro immane da parte dei venti vigili del fuoco provenienti da Macerata, Tolentino e Camerino. Si sono alternati nella loro opposizione alle fiamme per tutta la giornata con l’apporto di 8 mezzi, fra cui una mastodontica chilolitrica da Ancona, un… tir colmo d’acqua, e un’autobotte per domare, dopo ore di battaglia, il rogo divampato nei capannoni di proprietà dell’azienda Cemeco, concessi però in affitto. Dal momento dell’allarme, intorno alle 9.30, una colonna di fumo altissima si è innalzata, visibile da decine di chilometri di distanza, persino dalla costa, dalla struttura che si trova lungo la “Septempedana” nei pressi della frazione di Rocchetta. All’ora di pranzo i volti provati dalla fatica dei caschi rossi davano l’idea del tremendo sforzo compiuto. Grazie a turni estenuanti all’idrante sono riusciti a limitare la virulenza dell’incendio e a far sì che non si propagasse al resto dell’imponente struttura. Per i 18.000 quintali di fieno e paglia ammassati nella parte del capannone più vicina alla strada 361 non c’è stato nulla da fare. Ridotti a un ammasso scuro e maleodorante, se ne sono andati in fumo. Ben 3.600 sono stati i metri quadrati della struttura investiti dalle fiamme, che hanno distrutto il tetto con i soprastanti pannelli fotovoltaici. Le colonne dove il fuoco ha attecchito si sono contorte come lamiere accartocciate per un urto violento, facendo cedere il soffitto con i pannelli che c’erano sopra. Ingentissimi i danni, da valutare nei prossimi giorni e comunque di diverse decine di migliaia di euro considerando il materiale bruciato e le ferite inferte al capannone. Ignote, per ora, le cause, anche se si esclude fin d’ora il dolo, come hanno confermato i vigili del fuoco. Sul luogo i carabinieri di San Severino, diretti dal maresciallo Francesco Losurdo, i carabinieri forestali del luogotenente Maurizio Simoncini e la Polizia municipale del capitano Sinobaldo Capaldi.

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