Torna a dedicare le sue ricerche alle tradizioni popolari locali lo storico settempedano Raoul Paciaroni che per la collana di pubblicazioni a cura del Comune di San Severino, quella che ha scritto è la trentacinquesima opera dal 1981 ad oggi, ha deciso di salvare dall’oblìo la leggenda, un tempo ben nota nel Sanseverinate, che narra il sentimento e la tragica fine di due innamorati. Tra leggenda e storia Paciaroni fa tornare in vita Fontebella, luogo caro della valle del Potenza nel percorso che si stringe alle spalle di San Severino. Proprio qui, a circa due chilometri dal centro urbano, in località Sventatora, sul fianco della montagna vi è stata fino a pochi anni fa, come ricorda lo scrittore settempedano nel suo ultimo libro “Fontebella: leggenda e storia”, una fontana di acqua freschissima e cristallina che confluiva poi nel fiume Potenza.
“Secondo la tradizione, sul colle boscoso sopra la fonte sorgeva anticamente un castello nel quale abitava una fanciulla bellissima e di grande bontà d’animo, di cui la leggenda però tace il nome ma che tutti conobbero come la Bella. Un altro magnifico castello era sopra le rocce della montagna di là del fiume, nella località chiamata Serpicella: esso apparteneva a un principe aitante e generoso, vassallo di tal Guidobaldo. I due giovani si amavano e si incontravano spesso presso la fonte promettendosi amore eterno ma quando non potevano vedersi la giovane inviava al suo principe una rondine come messaggera d’amore. Un giorno i soldati di un feroce masnadiero assediarono il castello del principe per saccheggiarlo ma egli non si lasciò intimorire e, radunati i suoi uomini più fedeli, tentò di notte una sortita per respingere il nemico. I valorosi cavalieri vennero però ben presto sopraffatti dalle forze preponderanti degli assalitori e furono tutti trucidati. Anche il giovane principe rimase ucciso. Invano quel giorno la Bella attese il ritorno della messaggera alata e presagendo la sventura accaduta scese alla fonte dove trovò il suo eroico fidanzato ormai senza vita. Lo strinse amorosamente in un estremo abbraccio e poi, raggiunta la sponda del fiume, vi si gettò. In breve i due corpi così avvinti scomparvero tra le turbinose acque del Potenza e da allora, in ricordo della sfortunata giovane, la fontana fu da tutti chiamata la fonte della Bella e, quindi, Fontebella”.
Fin qui la leggenda.
Raoul Paciaroni, però, è andato ad indagare fra ricerche d’archivio e osservazioni sui luoghi. E lo ha fatto, da grande appassionato di storia, arrivando fino ai tempi più recenti quando l’acqua di quella zona fu utilizzata per il rifornimento dei treni a vapore e poi, questa è storia ancor più recente, venne individuata in prossimità della vecchia anche una nuova sorgente che ancora oggi alimenta l’acquedotto cittadino.
La realizzazione della pubblicazione di Raoul Paciaroni “Fontebella: leggenda e storia” è stata curata da Hexagon Group www.hxgrp.it.