In questo periodo di quarantena forzata per il coronavirus, ho cercato di seguire i vari consigli per trascorrere il tempo nel migliore dei modi, per non farsi prendere dall’ansia e dalla depressione. Oltre a una modesta attività fisica, visti gli spazi ridotti, ho cercato anche di leggere, in modo particolare sono andato a rispolverare alcuni pacchi della mia raccolta de “La Voce Settempedana – L’Appennino camerte” di cui, per diversi anni, sono stato attivo collaboratore. Ho preso un numero a caso del 14 maggio 1977, senza uno scopo preciso. Appena spiegato il foglio (a quel tempo erano solo quattro facciate) mi ha colpito un titolo: RADIO 7 – Programmi della settimana, dal 16 al 22, del mese di maggio 1977.
I programmi della mitica radio libera settempedana che, per oltre un decennio, ha trasmesso sulla frequenza di 103,500 MHz, iniziavano alle 15 fino a tarda notte e comprendevano: spazio disco, notiziario, radio aperta, sport, musica varia, pop studio, dediche, musica classica, notturno, quindici minuti con…, folk, il 33 della settimana, jazz, quattro ore con voi, musica per tutti…
Era la metà degli anni ’70 e le parole, le idee, le musiche più stimolanti correvano attraverso il fenomeno delle radio libere, che rappresentavano il “social” di quel periodo. La data di nascita ufficiale di questa nuova stagione della comunicazione in Italia è stata il 28 luglio 1976. In quel giorno una sentenza della Corte di Cassazione sancì la legittimità delle trasmissioni private, purché in ambito locale. Ovviamente, quasi nessuno aveva aspettato la benedizione della Cassazione: in Italia, le radio private avevano iniziato a moltiplicarsi, a centinaia, già da qualche anno.
Preso dalla curiosità ho cercato qualcuno che avesse partecipato alla nascita di Radio Sette. Mi è stato segnalato il nome di Claudio Scarponi, tra l’altro mio amico, che era tra quelli che diedero vita alla mitica radio di città. Ho subito chiamato Claudio e, su mia sollecitazione, mi ha raccontato alcuni momenti di vita dell’emittente, confermandomi che era il periodo del boom delle radio libere. “Ci fu la possibilità di creare una radio anche a San Severino – racconta Claudio -, noi eravamo un gruppo di una ventina di ragazzi e ci venne l’idea di provare questa esperienza. Così ci autotassammo (con la cifra di 50 mila lire) per fare una cooperativa. Seguì anche una questua, in giro fra i negozi, per racimolare i fondi finalizzati all’acquisto delle apparecchiature necessarie per le trasmissioni. Il nome “Sette” fu preso dalla prima parte del nome della città “Settempeda”, semplice e facile da ricordare”.
Questo gruppo di ragazzi ottenne dal Comune un locale al Castello, in comodato gratuito, dove collocare il tutto per dare inizio a questa avventura. Tra le prime imprese ci fu quella di installare l’antenna. La voce che annunciò, per la prima volta, “prove tecniche di trasmissione” fu quella di Norberto Pauri, il segretario comunale dell’epoca, che era anche uno dei fondatori della cooperativa e che poi condusse una sua trasmissione, dedicata alla lirica di cui era appassionato. Al primo annuncio ufficiale che venne dato nell’etere, alcuni ragazzi che erano in attesa in Piazza del Popolo esultarono di gioia, perché tutto funzionava e si poteva quindi dare inizio a questa nuova esperienza. Claudio Scarponi ricorda, oltre a Norberto Pauri, anche i fratelli Traversi, i fratelli Serini, Giuseppina Bisello, Marco Allegretto, Fabrizio Della Mora, Peppe Piantoni, Paolo Marchionni, Luisa Mazzalupi, Carla Liberti, Alberto Aquilanti, Maria Ersilia Valentini, Claudio Ancillani e tanti altri. Ci fu un periodo che vide anche la collaborazione di don Amedeo Gubinelli.
A questo punto chiedo a Claudio di sintetizzarmi alcuni programmi più in voga all’epoca e, brevemente, è venuto fuori quanto segue.
Le dediche.
Era uno di quelli che piacevano di più, un antesignano dei “social” attuali, dove si poteva chiedere con una telefonata, in diretta, un brano musicale per una persona indicata, il più delle volte, in modo anonimo.
Bar contro bar.
Un’altra trasmissione che fu portata avanti per parecchio tempo fu quella dello “scontro tra bar” che, nata per scherzo, diventò una cosa seria e coinvolse i frequentatori dei vari caffè cittadini. Si formarono delle squadre che dovevano rispondere a domande formulate da un giudice, in una sorta di torneo. Ovviamente le domande più frequenti riguardavano il calcio. Fu una trasmissione clamorosa e appassionante. I componenti delle squadre si ritrovavano nei caffè per prepararsi e per i commenti delle varie tifoserie.
L’indigestivo.
Uno spettacolo ideato da Pierpaolo Serini (scenografo), che si svolgeva in “Piazza Padella” dove, su un palco, si esibivano dilettanti allo sbaraglio con imitazioni di cantanti e di personaggi famosi. Venne fuori il meglio dell’improvvisazione settempedana.
La Radio restò in funzione fino all’inizio degli anni ’90 e vide la collaborazione di parecchie persone che diedero vita a numerosi programmi. Molti non avevano mai parlato davanti al microfono di una radio e, ciononostante, improvvisarono – con emozione – momenti di intrattenimento. La “radio libera” era il “social” di quel periodo con richiesta di dediche, con le canzoni degli ultimi successi, notiziari, curiosità, pubblicità varie. Tanti sicuramente ancora la ricordano con piacere, perché ha fatto parte della storia della nostra San Severino.
Fiorino Luciani