Il Settempedano
“Ogni volta che scendevo in garage, dove tu eri solito dipingere, ti vedevo partire dal cielo blu. Ora da quel cielo ci guardi e ci proteggi. L’unico rammarico è di non aver avuto il tempo di mostrarti nostra figlia. Ci tenevi tanto a diventare bisnonno, ma una parte di te vivrà in lei. La tua vita è stata un meraviglioso dipinto”.
È il ricordo di Pier Paolo Tomassini al termine della funzione di commiato dal nonno Vincenzo, bancario, poi pittore e segretario storico della Settempeda. “Snocciolavi i nomi di tante formazioni della Settempeda che ricordavi a memoria – ha detto ancora il più grande dei cinque nipoti -, il calcio era una parte importante della tua vita”.
Alla cerimonia officiata da don Joseph Gbemboyo e don Edoardo Ricevuti hanno partecipato in molti: i colleghi avvocati del figlio Francesco, i commercianti del centro, passati amministratori come l’ex sindaco Alduino Pelagalli e tanti personaggi della Settempeda. Dal segretario Nando Ciavaroli al massaggiatore “Ughetto” Cicconi.
Giuseppina Panichelli, consorte del presidente Romualdo, ha sottolineato: “Vincenzì era un signore. È stato il braccio destro di mio marito nella Settempeda che fu”. Fra gli ex calciatori non ha voluto mancare Fabrizio Castori, di cui “Vincenzì” serbava un poster autografato quando era alla guida del Lanciano.
Vincenzo Tomassini, a 99 anni e 4 mesi, lascia i figli Fabio e Francesco, tre nuore, cinque nipoti e la cognata e riabbraccia la moglie Santuzza ed il figlio Alessandro prematuramente scomparso qualche anno fa.
L. M.
