Al Feronia sabato 7 dicembre arriva l’ultimo appuntamento del 2024 con il grande circo contemporaneo promosso dal Sic, lo Stabile di innovazione circense, il centro di produzione dedicato al circo contemporaneo firmato El Grito. In collaborazione con Amat e Comune, alle ore 20.45 vanno in scena le acrobazie e la poesia di MagdaClan con “Eccezione”.
“Eccezione” è il nuovo format collettivo della compagnia torinese MagdaClan, una delle più amate compagnie italiane di circo contemporaneo, uno spettacolo immediato, fresco e allo stesso tempo ricercato, adatto a ogni tipo di pubblico.
Tutto ha inizio con un’azione quotidiana, la preparazione di un caffè, una forma di benvenuto e un pretesto d’incontro con gli artisti in scena. L’azione quotidiana viene immediatamente ribaltata all’interno di un incredibile percorso a effetto domino che, giocando con gli imprevisti e usando l’ironia, sfida le leggi della fisica. Si prosegue con un elogio al circo e ai suoi equilibrismi, per concludere con un viaggio musicale, in un crescendo di atmosfere techno-arabe.
Il MagdaClan, grazie a un’innovativa ricerca artistica unita a una sincera autoironia, costruisce scenari surreali, così da far emergere in ogni tranche di questo format complicità, fragilità e spensieratezza. Lo spettacolo, che assume una specificità diversa in base al territorio che lo ospita (rendendolo, appunto, un’eccezione), tende la mano a un pubblico neofita, in particolar modo i più piccoli vengono accompagnati alla scoperta delle diverse peculiarità di quest’arte vivente. Un approccio ludico che suggerisce di affrontare le esperienze con curiosità, provando a trasformare ciò che in apparenza può sembrare un ostacolo in un’opportunità, affinché si possa trovare stimoli e soluzioni alternative. Un modo per mettere in discussione il proprio punto di vista.
“Con il MagdaClan si chiude questa prima tornata di spettacoli al Feronia – spiega Fabiana Ruiz Diaz -. Il pubblico ha potuto ammirare creatività diverse e nuovi per raccontare e vivere il circo, eppure legati dalla tradizione di un linguaggio che assume una sua specifica forma in ogni parte del mondo. Ciò che più mi ha emozionato sono state due bambine, undici anni circa, dopo uno spettacolo a San Severino sono venute, mano nella mano, con la mamma nel backstage a domandarci come si diventa circensi”.