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Gigi Proietti
Gigi Proietti

Addio a Gigi Proietti, grande poliedrico interprete romano

Gigi Proietti se ne è andato oggi, 2 novembre, il giorno del suo compleanno: ottant’anni precisi. Figura fondamentale del mondo dello spettacolo e della commedia italiana, spesso è stato definito come l’erede di Petrolini. Insieme a Nino Manfredi, Alberto Sordi, Vittorio Gassman ed altri, rappresentava quel mondo della commedia romana ormai sempre più rarefatto, caratterizzato da una sagacità e da una ironia oggi quasi del tutto mutate. Una carriera fittissima, ricca di teatro, canto, cinema e TV: ogni suo show era un’esperienza memorabile, senza alcuna retorica. Parodiava di tutto: dai re di Roma alla lettura della Divina Commedia di Vittorio Gassman. Tante apparizioni in TV e al cinema: la sua presenza ha salvato molti film altrimenti fiacchi (molte volte si usciva dal cinema, o si spegneva il televisore, pensando “Per fortuna che c’è Proietti, è sempre un gigante”). Questi sono solo alcuni dei film dove lui ha lavorato: L’urlo (Tinto Brass, 1968); Brancaleone alle crociate (Mario Monicelli, 1970; qui interpreta ben tre ruoli); La proprietà non è più un furto (Elio Petri, 1973); Casotto (Sergio Citti, 1977), e la sua ultima apparizione come Mangiafuoco nel film Pinocchio di Matteo Garrone (2019). Era così elastico da adattarsi senza problema a parecchi e differenti registi, senza mai perdere la propria identità: Sergio Corbucci, Steno, Alberto Lattuada, Luigi Magni, Pupi Avati ed anche autori d’oltreoceano, come Robert Altman e Sidney Lumet. Proietti ha fatto di tutto e tutti lo ricorderemo: ha raggiunto l’obiettivo di ogni attore, diventare un punto di riferimento, una sicurezza per il pubblico. Così è stato, grandioso e inimitabile, il nostro Mandrake, tra commedia e dramma, mattatore unico e poliedrico: dalle poesie di Trilussa ai film di Corbucci. E non dimentichiamo la sua esperienza nel doppiaggio, sempre pronto a modellare la voce per ogni personaggio, adattandosi ad ogni ruolo: il genio della lampada nel cartone animato della Disney, Alladin (1992); Donald Sutherland nel Casanova di Fellini (1976); Robert De Niro in Casino (Martin Scorsese, 1995) e, recentemente, Ian McKellen nel ruolo di Gandalf, nella trilogia de Lo Hobbit (sostituendo Giovanni Musy). Ma ora che non è più tra noi, ci rimangono i suoi lavori ed il suo ricordo. Ora che ci ha lasciati, gli dedichiamo i versi della poesia che Proietti scrisse nel 2000 per la morte del suo collega e amico, Vittorio Gassman:
«[…]
Ma famme un po’ capì: che gnente gnente
è tutta ‘na finzione? Nun fa’ er matto!
Nun è che stai a dormì serenamente,
poi t’arisveji e zompi come’un gatto?

Arzate, su, la recita è finita.
Vatte a cambià, ch’annamo ar ristorante;
semo attori, lo famo da ‘na vita…

Lì, cor bicchiere, strilleremo forte
– rompendo li cojoni a chi è presente –
ch’ha da morì quella bojaccia Morte!»

Silvio Gobbi

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