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La recensione: “Guns Akimbo”, film di Jason Lei Howden

In un futuro non molto lontano da noi, vive il giovane Miles, un programmatore di videogames dalla vita triste: è stato mollato da Nova, la fidanzata, e in ufficio è maltrattato dal capo. Il ragazzo passa il tempo libero a bere birra, giocando su Internet. Entra nel giro di Skizm, un gioco proibito largamente diffuso sulla rete, dove i protagonisti (persone reali) devono uccidersi a vicenda. Dopo aver insultato nella chat del gioco il creatore di questa follia, dei delinquenti entrano in casa di Miles: viene sedato e, al risveglio, si ritrova con due pistole inchiodate alle mani. Non può toglierle e per salvarsi, Riktor (il proprietario di Skizm) gli ordina di uccidere la campionessa della gara, Nix, una killer tossicomane perennemente sotto cocaina, mai sconfitta da nessun partecipante alla competizione. Ma la figura di Nix è più complessa: Miles scoprirà la verità sulla ragazza e vedrà quanto marciume c’è dietro a questo folle e mortale divertimento del web.
Guns Akimbo è il recente film di Jason Lei Howden, disponibile sulla piattaforma Amazon Prime Video. Opera folle e trash, un immenso videogioco dove il protagonista porta avanti una forsennata lotta per la sopravvivenza che, di momento in momento, si fa sempre più difficile. Tanti gli effetti speciali, volutamente esagerati proprio per dare l’impressione di essere immersi in una realtà virtuale. Attori bravi portati alla massima esasperazione. Miles è interpretato da Daniel Radcliffe, da tutti conosciuto per aver interpretato il ruolo di Harry Potter nella famosa saga. Il regista toglie la bacchetta ad Harry e gli piazza due pistole giganti alle mani, ed il maghetto diventa un killer per caso: da programmatore sfigato, si ritrova a far fuori nemici su nemici, eternamente in bilico tra insicurezza, paure ed azzardi. Samara Weaving interpreta Nix, la “cattiva” dal passato traumatico, carnefice e vittima di Skizm. Guns Akimbo è un puro prodotto di intrattenimento, con qualche contenuto critico sociale sparso qua e là, ma non fortemente evidenziato. L’autore crea questo “mega-videogioco filmico” per rimproverare come viviamo: sempre incollati, ventiquattro ore su ventiquattro, ad uno schermo (PC, tablet o smartphone), cercando intrattenimento e violenza. Skizm rende la violenza giusta e naturale: milioni di spettatori, consci di vedere vera morte, sono talmente dipendenti dalla carne trucidata da non poter fare a meno di questo osceno spettacolo. Così assuefatti e desiderosi di morte da perdere ogni limite e morale. Il lavoro di Jason Lei Howden ci ricorda, ancora, quanto la rete possa far perdere la Trebisonda a noi umani: nel mondo virtuale, rischiamo di perdere il controllo dei nostri vizi, ma di Guns Akimbo rimangono più impressi i suoi effetti speciali che questa critica sociale presente al suo interno.

Silvio Gobbi

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