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La benedizione del noviziato (a destra nella foto)
La benedizione del noviziato (a destra nella foto)

Santa Chiara, noviziato riaperto dopo i lavori post sisma

Una giornata bella, importante, quella di giovedì 6 agosto, per le suore di Santa Chiara. Terminati i lavori di riparazione e consolidamento post sisma, è stato riaperto ufficialmente il noviziato. La gioia nel volto di queste ragazze, e delle loro “Sorelle” più grandi, è stata la migliore ricompensa per chi si è fattivamente adoperato o ha contribuito alla realizzazione del progetto. Mancano da fare ancora tanti lavori per recuperare la chiesa e altre porzioni del monastero danneggiate dal terremoto del 2016, ma la riapertura del noviziato rappresenta un segno di speranza, un raggio di sole, che illumina la fraternità delle Clarisse, da tempo punto di riferimento importante per la comunità settempedana.

Dopo i vespri, recitati all’aperto nel piazzale esterno e presieduti da padre Samuele Salvatori, è seguita la benedizione dei locali: è stata un’occasione unica, straordinaria, per i fedeli presenti perché, seguendo le suore attraverso il cortile interno, è stato possibile entrare – a piccoli gruppi – nei luoghi della loro clausura. Hanno partecipato, fra gli altri, il sindaco Rosa Piermattei, l’assessore Tarcizio Antognozzi, l’ingegner Luca Sabbatini, progettista dei lavori, Giorgio Zaganelli, titolare dell’impresa che ha eseguito le opere, e padre Pietro Maranesi del Centro di esperienza e formazione francescana di Colpersito.

L’Abbadessa suor Rosella Mancinelli ha avuto parole di sincero ringraziamento e ha ricordato l’impegno di molti affinché si raggiungesse questo obiettivo, a cominciare da suor Luigia Ferrando, scomparsa lo scorso aprile: anche lei aveva tanto desiderato e pregato per rivedere aperto il noviziato. Un grazie particolare è andato alla comunità di Arosio (Comune lombardo in provincia di Como), cui si devono tutti i mobili in legno degli arredi. Al piano terra ci sono una cappellina, una saletta per riunioni, una piccola biblioteca e una cucina (alla cui predisposizione ha contribuito anche l’azienda Lube), mentre al piano superiore si trovano le camere (le quali ovviamente sono rimaste chiuse al pubblico anche in occasione della benedizione).

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