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Le torri al Castello (foto Claudio Scarponi)
Le torri al Castello (foto Claudio Scarponi)

Da 20 anni Torre civica orfana del suo antico campanone

Continuando a sfogliare i numeri de “la Voce Settempedana” dell’anno duemila, per trovare avvenimenti particolari che hanno interessato il nostro paese all’inizio del nuovo millennio, mi imbatto con una foto particolare: quella che ritrae una grossa gru che sta calando a terra il campanone della torre civica.
Nella didascalia della foto, scattata da don Eusebio Caciorgna (1925 – 2000), pubblicata nel numero 25 del 17 giugno 2000, sono riportati solo i dati relativi alla campana ma non il giorno della rimozione. Preso dalla curiosità, ho incominciato a chiedere in giro e mi sono rivolto all’architetto Luca Cristini che è stato il progettista e il direttore dei lavori, insieme all’ingegner Luca Sabbatini, per il restauro e il consolidamento della torre, nel periodo 2000-2002.

Luca Cristini ha soddisfatto in poco tempo la mia curiosità dicendomi che il calo a basso del campanone è avvenuto il 10 giugno 2000. L’operazione abbastanza delicata aveva comportato prima il sollevamento del campanone, con un argano, dal pavimento dove era appoggiato fino all’altezza del davanzale del finestrone. Venne poi fatto scorrere, su dei rulli a cuscinetti appoggiati su una struttura a mensola, verso l’esterno dove poi la gru svolse la fase finale dell’operazione relativa alla discesa a terra. Utilizzando la stessa gru la campana venne poi deposta all’interno del chiostro del castello e, successivamente, montata sull’incastellatura visibile sotto il porticato.

L’idea dei due tecnici che seguirono i lavori di restauro era di riportare la campana sulla torre, dopo il secondo stralcio dei lavori. Era stata progettata un’incastellatura metallica che avrebbe sostenuto la campana e contemporaneamente avrebbe permesso l’affaccio dai finestroni, ma la seconda parte dei lavori non fu completata. Era stato installato anche un sistema per monitorare l’inclinazione della torre, ma non si diede seguito al rilievo dei dati.

A questo punto la curiosità mi ha portato a riprendere in mano il volumetto di Raoul Paciaroni, riguardante proprio “il Campanone della Torre comunale di Sanseverino”, pubblicato a cura del Comune di San Severino Marche nel mese di dicembre 1985.

Paciaroni scrisse: “Immobile sulla cima della Torre il campanone non suona ormai da molti anni. Smontato dal suo castello di legno in occasione di restauri nel 1972, non è stato più rimesso in funzione: si dice che le sue vibrazioni potrebbero provocare il crollo della torre che le crepe e una pendenza sempre più preoccupante sembrano dare per imminente.”

“La grande campana venne fusa nel 1794 sul piazzale degli Smeducci (Castello), dalla ditta Serafino Donati che aveva costruito, a bella posta, una fornace contigua alla Torre. Il 25 aprile 1795 fu battezzata dal vescovo di Sanseverino, Angelo Antonio Anselmi, con i nomi di Maria Severina, Eurosia, Raffaella e Caterina. Il suo peso è di kg 2030,61; l’altezza interna è di m 1,20; il diametro della bocca è di m 1,40 e la circonferenza massima è di m 4,40.”

F.L.

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