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Suor Luigia in piedi al centro del gruppo: l'ultima foto scattata con le Sorelle
Suor Luigia in piedi al centro del gruppo: l'ultima foto assieme alle Sorelle

Il ricordo delle Clarisse: Grazie Luigia, sorella e madre nostra

Suor Maria Luigia Ferrando (al secolo Maria Assunta) era nata il 14 agosto 1939. Entrata in monastero il 30 aprile 1962, ha vestito l’abito delle Sorelle Povere di Santa Chiara il 5 maggio 1963 emettendo la professione temporanea il 28 giugno 1964 e quella solenne il 2 luglio 1967.

Ecco il ricordo che di lei fanno Madre Rosella Chiara e le altre Sorelle del monastero di San Severino.

Nel “lietissimo spazio” della cinquantina pasquale, il Signore Risorto ha preso con sé la nostra carissima sorella Maria Luigia, vicaria della comunità, dopo una lunga malattia che, pur avendola duramente provata, non ha spento la sua voglia di vivere, la sua dedizione al Signore e alla comunità, il suo piglio deciso, il suo acume e la freschezza del suo spirito.

Madre Luigia, come tutti la ricordano, è impressa nel cuore di molti, nella memoria dell’intera famiglia francescana, delle Sorelle della nostra Federazione Cuore Immacolato di Maria, dei frati della Provincia Picena San Giacomo della Marca, dei fratelli e Sorelle dell’Ordine Francescano Secolare, dei sacerdoti e suore della Famiglia Orionina e di tanti altri che solo il Signore può contare.

Noi la vogliamo ricordare con le parole della Madre Santa Chiara: “serva di Cristo, pianticella del beatissimo padre nostro san Francesco, sorella e madre vostra e delle altre sorelle povere”.

La nostra sr. Luigia ha saputo essere, innanzitutto, una PIANTICELLA: la sua fede è cresciuta nella famiglia orionina, ha messo radici nel carisma francescano; si è lasciata innaffiare dalla grazia, nutrire dalla Parola, plasmare dall’Eucarestia, illuminare dallo Spirito, forgiare dalle prove, purificare dalla malattia. Nata a Tortona, paese che ha dato i natali a San Luigi Orione (di cui ha poi preso il nome), in una famiglia affiatata e laboriosa, figlia accolta con gioia dal papà Domenico e tanto amata dalla mamma Adele che soffriva per la distanza e per i km che la separavano dalla sua Assunta, è rimasta sempre legatissima alla sua famiglia, al fratello Pietro, alla cognata Giuliana, ai nipoti Patrizia e Michele e alle loro famiglie, che ha accompagnato con tanta preghiera e affetto.
Cresciuta in oratorio, all’ombra della spiritualità orionina, ha mosso i primi passi del suo cammino di fede guidata da don Angelo Pellizzari e da sr. M. Alvina Carpegna che sono stati i suoi punti di riferimento per tutto il suo percorso vocazionale e la sua vita in monastero. Così come lei ha sempre seguito e accompagnato le loro vicende, festeggiando con gioia i 100 anni di sr. Alvina e dando il suo contributo nella stesura del Diario di un missionario, il libro su don Angelo curato da P. Raffaele Boi. Insieme a loro, tanti sacerdoti orionini le hanno trasmesso la gioia di vivere e annunciare che “solo la carità salverà il mondo”, una carità che la giovane Assunta ha voluto abbracciare nella Forma di vita delle Sorelle Povere di Santa Chiara. L’amore alla famiglia orionina non è venuto mai meno, anche attraverso le amicizie nate all’oratorio, che l’hanno accompagnata per tutta la vita: nei giorni di festa non sono mai mancati i messaggi, le lettere e le telefonate delle “sue ragazze” a cui ha voluto un bene immenso.

Sr. Luigia è stata, fino alla fine, SERVA DI CRISTO, nella fedeltà della preghiera e del lavoro quotidiano, nell’amore alla Chiesa e all’umanità, nella liturgia vissuta con amore e dedizione. Serva di Cristo nella preghiera e nell’intercessione a sostegno delle membra deboli e vacillanti del suo corpo: la sua grande sofferenza, nella malattia, era quella di non poter essere presente alla Celebrazione Eucaristica e di non riuscire più a pregare la Liturgia delle ore insieme alla comunità. Amava soprattutto lodare il Signore nel canto e apprezzava e sosteneva con tutta se stessa la cura e l’animazione della liturgia, di cui ci ha insegnato a coltivare la “nobile semplicità”. Serva di Cristo nel lavoro delle sue mani: aveva le mani d’oro, Luigia… ogni angolo della nostra casa ha il suo tocco, ogni cassetto della sacrestia un suo lavoro, ogni armadio conserva qualcosa realizzato da lei. Il Signore l’ha benedetta con tanti talenti, tutti messi a servizio della comunità e dei fratelli nei tanti lavori di cui si è occupata, finché ne ha avuto le forze: i lavori di cucito e di sartoria, le tonache per i frati e per le sorelle, i lavori di ricamo per tante chiese, le stole e le casule che confezionava, i dolci e i biscotti con cui allietava i giorni di festa, la leggendaria pizza per gli incontri con i giovani. E tanto altro lavoro per la comunità, in particolare il servizio di supervisione dei lavori di ristrutturazione dei vari ambienti del monastero a cui si è sempre dedicata, con il suo gusto e la sua lungimiranza, con il suo ingegno che sapeva coniugare sobrietà e bellezza, semplicità francescana e “spreco” evangelico. La malattia le ha tolto questa ricchezza di vita e di servizio, ma la sua fatica ad accogliere una tale espropriazione ha lasciato il passo a un fiducioso e sereno abbandono.

Luigia è stato, più di tutto e per tutte, SORELLA e MADRE. Ha amato con tutta se stessa la sua vocazione di Sorella Povera. Ha voluto essere presente sino alla fine nella vita comunitaria, di cui non voleva perdersi niente e di cui sapeva valorizzare tutti gli aspetti nelle scelte e nella sua testimonianza: la preghiera e il lavoro insieme, la condivisione e la ricreazione, le riunioni e le feste.
Sapeva riversare nella vita comunitaria la sua ricchezza interiore e i suoi molti interessi, con la lettura di un articolo di giornale a ricreazione, con un confronto su ciò che leggeva o succedeva, con una risata condivisa o una lacrima versata insieme, con un racconto o con la gioia per un gioco o una scenetta organizzati per le feste, di cui era instancabile promotrice, fino a ideare la Festa della riconoscenza, nostra grande festa comunitaria che animava e progettava.

Amava leggere, condividere, raccontare: fino a poco tempo fa, ha svolto in modo eccellente il servizio di Cronista della comunità, stilando cronache bellissime, ricche della sua arguzia, del suo spirito critico, dei suoi toni descrittivi e briosi. Fino alla fine, ha apprezzato gli incontri di formazione biblica, liturgica, francescana: le giornate di formazione con don Ferdinando Cappelletti, p. Samuele Salvatori, con don Francesco Pierpaoli e con tanti altri fratelli, erano per lei momenti desiderati e preziosi che ha sempre promosso e incentivato per la crescita della vita comunitaria. Per questi suoi numerosi doni, per il suo spessore umano e spirituale, nella maggior parte della sua vita in monastero le sono stati affidati i servizi di madre, di vicaria, di formatrice, che ha svolto con amore e con dedizione, cercando di custodire l’unità che considerava il bene supremo. Ha guidato la comunità nei tanti cambiamenti e nella ricezione del Concilio Vaticano II, avvalendosi della fraterna amicizia e della sapienza dei carissimi P. Pietro Luzi, P. Faustino Caruso e P. Gerardo Cardaropoli. La Parola di Dio, i documenti del Concilio, le Fonti francescane, la Regola e le Costituzioni dell’Ordine sono stati la fonte d’ispirazione nel suo servizio di madre, il faro che indicava a tutte, la luce per il discernimento. Ha dato il suo contributo decisivo in decenni che hanno forgiato l’identità della nostra fraternità: grazie a lei è avvenuta l’apertura agli studi di teologia e a percorsi di formazione strutturati, si è compiuta la sistemazione della casa di accoglienza e della foresteria, si sono realizzate la fondazione del monastero di Puan in Argentina nel 1982 e la rifondazione della comunità di Camerino nel 2004.

Il primato alla formazione, lo slancio della carità e la cura dell’accoglienza sono l’impronta indelebile e irreversibile che Madre Luigia ha saputo imprimere al cammino comunitario. Il suo spirito giovane, il suo carattere affettuoso e allegro, ma soprattutto la sua apertura di mente e di cuore hanno favorito il ricambio generazionale e aperto la strada all’ingresso di giovani, per le quali ha sempre avuto una predilezione. Nel suo servizio di Madre ha saputo mantenere il dialogo tra le diverse generazioni della comunità, ma amava particolarmente stare con le giovani, confrontarsi con loro, aiutarle nella sequela di Gesù. Anche negli ultimi tempi della malattia, non mancava mai in lei un pensiero e un sorriso speciale alle novizie.

Luigia è stata MADRE non solo per noi, ma anche tante altre Sorelle Povere, innanzitutto per le comunità di Puan e di Camerino per le quali è sempre stata sollecita e generosa. Unico e speciale il suo rapporto con Madre Chiara Laura, altrettanto intenso il suo legame con sr. Clara di Puan. È stata un punto di riferimento anche per i monasteri della nostra Federazione per il suo servizio di Consigliera Federale e, molto più, per l’aiuto che non ha mai rifiutato e che non ci ha mai permesso di rifiutare ai monasteri in difficoltà. È stata madre accogliente per tante sorelle sparse nel mondo, come Madre Paulina del Cile.

Sr. Luigia è Sorella e Madre per tanti frati, in particolare per i frati della nostra Provincia, che sapevano di poter contare su di lei, sulla sua generosità e carità, che insieme a lei hanno lavorato e servito il Signore: basti pensare alla sua stima per p. Ferdinando Campana e al suo entusiasmo per il progetto della Terra dei Fioretti che ha coinvolto fin da subito la nostra comunità.

È stata madre anche per tanti sacerdoti che accompagnava con la sua preghiera e con il suo affetto: ricordiamo la sua gioia per l’ordinazione episcopale di don Antonio, per il quale nutriva un affetto speciale. Era grata a tanti fratelli che hanno aiutato la comunità e accompagnato il suo cammino, in particolare Mons. Bruno Frattegiani, p. Antonio Simoncini, p. Mario Caponi, p. Aldo Alberoni.

È stata una madre per i fratelli dell’Ordine Francescano Secolare, “ai quali non si può dire di no, perché fanno parte della famiglia”, per i fratelli e le sorelle della nostra parrocchia di Don Orione, per le famiglie e i giovani, per le tante persone che ha accolto con il suo sorriso e il suo abbraccio, condividendo le loro gioie e i loro dolori. Ha saputo, così, trasmetterci e insegnarci l’arte dell’accoglienza, intrisa della logica del dono e della gratuità, della generosità senza calcoli e senza ritorni, di un dare senza misura su cui tante volte ci siamo anche trovate a scontrarci, ma su cui sempre ha saputo vincere per il sapore evangelico del suo stile.

A queste nostre pennellate, sappiamo che ognuno di voi saprà aggiungere le sue e completare il ritratto di sr. Maria Luigia che, con la sua vita donata, ha fatto risplendere il volto del Signore Gesù Cristo.

Grazie Luigia, sorella e madre nostra. La tua presenza ha segnato la storia della nostra comunità che hai amato e servito e che ora, senza di te, si sente orfana e smarrita. Veglia su di noi, accompagnaci ancora nel nostro cammino e, quando arriveremo, accoglici in cielo, come ci hai accolto sulla terra. Ciao, Gigia, canta in eterno l’amore del Signore nella comunione dei santi!

Madre Rosella Chiara e Sorelle tutte

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