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Achille Alba
Achille Alba

Ci lascia Achille Alba, scrittore settempedano

Achille Alba scrittore settempedano

di Alberto Pellegrino

E’ deceduto oggi 8 aprile Achille Alba che era nato a San Severino nel 1924. Con lui scompare uno degli intellettuali più rappresentativi presenti nella nostra comunità per tutta la seconda metà del Novecento. Uomo schivo e riservato, era però capace di stringere amicizie profonde e durature nel tempo. Non aveva mai conseguito la laurea in lettere nonostante avesse frequentato l’Università romana della Sapienza, ma aveva sempre continuato a coltivare il proprio bagaglio culturale, manifestando un grande acume critico sia in campo letterario, sia nelle arti figurative. Ha svolto per molti anni un’intensa attività giornalistica, pubblicando racconti, critiche d’arte, note di costume, articoli sul nostro paesaggio e sul nostro patrimonio artistico. È stato uno dei redattori della rivista Marche ’70 che per cinque anni ha segnato vita culturale e politica della nostra regione ed ha collaborato con la rivista nazionale Il Mese. Per molti anni è stato anche un assiduo e valido collaboratore dell’Appennino camerte e della Voce Settempedana. Attento studioso della lingua e della letteratura inglese, ne aveva acquisito la conoscenza attraverso lo studio personale e la frequenza di corsi di lingua a Londra (ricordo una sua esemplare traduzione del poema Il libro dei gatti tuttofare di Thomas Stearns Eliot), una conoscenza poi applicata nell’insegnamento privato.

Achille Alba è stato soprattutto un raffinato e colto poeta, anche se ha pubblicato una sola raccolta di versi intitolata Ascolto il tuo silenzio (Edizioni Pagine Nuove, 1951). Si tratta di composizioni che riflettono i sentimenti di un uomo che avverte la solitudine come compagna della sua vita, che sente la presenza di quel grumo di sogni, d’illusioni, di amori morti o mai nati che gli pesa sull’anima. Nei suoi versi la lezione dell’Ermetismo, a volte mimetizzata dietro un’apparente discorsività, emerge dall’incisività delle immagini, dalla continua escavazione dell’Io in un doloroso rapporto tra la realtà e il proprio Io. Alba parte dalla sua condizione esistenziale per arrivare ad affrontare i temi più universali del fine vita, dello scorrere inesorabile del tempo, dell’incessante affluire dei ricordi. Questi temi attraversano tutte le sue composizioni anche quando l’autore si apre ai richiami dell’amore, alla contemplazione della natura, al fluire delle stagioni in un continuo conflitto tra il bisogno di estraniarsi dalla realtà circostante e la necessità di sentirsi in comunione con il mondo esterno, come se in queste poesie vi sia la paura di smarrire le radici che lo legano agli affetti familiari e alla sua terra, di cui subisce il ricorrente richiamo.

Achille era animato anche da una profonda fede cristiana vissuta anch’essa in modo molto riservato come era il suo stile di vita, una fede a volte tormentata e drammatica come dimostra questa sua composizione intitolata Crocifissione: “Sul Golgota pauroso/l’ombra discende. /L’ira s’annunzia terribile di Dio/nella stupefatta visione/d’un mondo che ha visto inchiodata/in Croce la sua sorte. /Lo spirito dell’Uomo pare che aleggi/negli incantati ulivi/e perdono invochi/per la conclamante turba di umani. /E il silenzio è fatto pace/fa il cielo fosco/rosso si tende l’arcobaleno, /scocca dall’arco etereo/il raggio dell’ultimo sole. /Sono di freddo scossi anche gli ulivi”.
Per molti anni Achille Alba, nel chiuso del suo studio, ha continuato a comporre poesie fatte leggere a pochi amici e raramente pubblicate in qualche rivista. Questa è una delle ultime poesie che mi ha inviato non molto tempo fa. È intitolata Pretoria Road ed è stata scritta a Londra nel 1982: “Nella notturna nebbia/affogano le case/gli alberi frenetici fantasmi/sotto la luce fioca/di lampioni ocra/gli uomini che passano/sono lunghe ombre paurose/che sfiorano il suolo. /Lontano il volo/di un passero solo/rompe la solitudine/del cielo/gioia che dura un momento/come dietro il vetro della finestra/il dolce sorriso /sul tuo mento”.

Ora anche la sua anima si è alzata in volo come quel passero solitario che sfreccia nel cielo e il nostro augurio è che Achille possa trovare quella gioia così a lungo cercata nel dolce sorriso dell’eternità.

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