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Tampone per individuare il virus
Tampone per individuare il virus

Ministero della Salute spiega: “Ecco chi deve fare i tamponi”

Il Ministero della Salute ha diramato una circolare con alcuni chiarimenti. I più importanti riguardano i tamponi. Nel documento viene spiegato chi deve sottoporsi e cioè:
– casi sintomatici e loro contatti a rischio;
– tutti coloro che sono in ospedale con un’infezione respiratoria e coloro che, con lo stesso problema si trovano in residenze per anziani (Rsa) o in strutture per lungodegenti;
– operatori sanitari esposti;
– operatori di servizi pubblici essenziali anche con sintomi lievi;
– lavoratori di Rsa asintomatici:
– persone fragili a causa di patologie croniche o comunque gravi come il cancro;
– individui sintomatici all’interno di comunità chiuse, per identificare rapidamente focolai e garantire misure di contenimento;
– tutti i pazienti con una infezione respiratoria nelle aree dove la diffusione del virus non è ancora limitata.
Nella circolare viene spiegato che, purtroppo, c’è una disponibilità limitata di test a livello internazionale e in particolare il Comitato tecnico-scientifico della Protezione civile sottolinea che “un elemento critico è rappresentato dalla ripetuta segnalazione di carenze nella disponibilità di reagenti necessari per l’esecuzione di questi test, che potrebbe in futuro acuirsi vista l’elevata domanda internazionale”.

Hanno la priorità nell’effettuare il tampone i “casi clinici sintomatici/paucisintomatici” e i “contatti a rischio famigliari e/o residenziali sintomatici, focalizzando l’identificazione dei contatti a rischio nelle 48 ore precedenti all’inizio della sintomatologia del caso positivo o clinicamente sospetto”. Hanno la priorità anche gli “operatori sanitari e assimilati a maggior rischio, sulla base di una definizione operata dalle aziende sanitarie, tenute ad effettuarla quali datori di lavoro”.
Un altro punto importante della circolare riguarda i test sierologici, ossia quelli che si fanno rapidamente esaminando delle gocce di sangue. Il ministero spiega che, anche se da una parte questo tipo di test è importante nella “ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale”, dall’altra è anche vero che, “come raccomanda anche l’Oms, per il loro uso nell’attività diagnostica dell’infezione necessitano di ulteriori evidenze sulle performance e sull’utilità operativa. In particolare secondo la Cts non possono sostituire il test molecolare basato sull’identificazione di Rna virale dai tamponi nasofaringei”. Quindi, per ora, non sono da considerare completamente attendibili e dunque non possono sostituire i tamponi.

Nella circolare viene infatti spiegato che “il risultato qualitativo ottenuto su un singolo campione di siero non è sufficientemente attendibile per una valutazione diagnostica, in quanto la rilevazione della presenza degli anticorpi mediante l’utilizzo dei test rapidi non è comunque indicativo di un’infezione acuta in atto, e quindi della presenza di virus nel paziente e rischio associato a una sua diffusione nella comunità. Inoltre, per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni affini come altri coronavirus umani, il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico della infezione da Sars-CoV2”.

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