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Il sindaco Rosa Piermattei
Il sindaco Rosa Piermattei

8 Marzo: Rosa Piermattei, sindaco in prima linea fra terremoto e Covid-19

Otto Marzo, giorno dedicato alla donna. Per l’occasione abbiamo intervistato il nostro sindaco, Rosa Piermattei.

Innanzi tutto come sta un sindaco ai tempi del Coronavirus?

“In allerta, come sempre. In questa, al pari di altre emergenze, la priorità è rappresentata dalla salute dei cittadini. Ancora una volta, però, credo ci sia stato poco coordinamento tra tutti gli attori, in particolare tra il Governo centrale e alcune Regioni. Questo è chiaramente emerso a seguito del Decreto che ha dichiarato “inefficaci” tutte le Ordinanze in materia di Coronavirus. Lo dico senza voler far polemica, ma leggo in questo evidenti contrasti politici che sicuramente creano nella popolazione solo confusione”.

Lei lavora in un’azienda importante: quanti problemi crea un’emergenza del genere?

“Tanti, anzi tantissimi. E credo che questa emergenza ne crei, e ne creerà, più di altre nei prossimi mesi. Perché prevede la restrizione della circolazione di uomini e mezzi praticamente in tutto il mondo, anche se ci sono zone non ancora interessate direttamente. Tutte le esportazioni dei nostri prodotti, ad esempio, sono ferme e questo è un danno gravissimo. Anche le aziende che non si approvvigionano direttamente in Cina, comunque, stanno vivendo grosse difficoltà. Quelle del mio settore, quelle del comparto moda per intenderci, soffrono e soffriranno molto. Per far comprendere meglio la situazione dico solo che molti eventi internazionali importanti, come fiere e saloni, sono stati già annullati”.

A livello personale, e dal punto di vista di una donna, cosa pensa del ruolo di sindaco? Di questa esperienza che sta vivendo…

“Per me è un’esperienza bellissima, difficile e dura, ma veramente unica. Ogni giorno mi devo confrontare con questioni che interessano direttamente, e spesso molto da vicino, i miei concittadini. Non è facile prendere certe decisioni, ma sono supportata dalla mia squadra. Mi confronto con i miei collaboratori proprio come farei nella mia azienda. Spesso, infatti, avere una visione d’insieme aiuta. Non sono molti i sindaci donna, è vero, però non credo che questo rappresenti un problema. Almeno per me non lo è”.

Quant’è difficile amministrare oggi, secondo lei?

“Non ho mai amministrato la cosa pubblica prima d’ora. Venendo dal privato faccio un po’ fatica a rapportarmi con i tempi della burocrazia e con le questioni che riguardano la gestione del personale. A volte non basta nemmeno imporsi: hai la sensazione, veramente spiacevole, che il sistema non cambierà mai. Ma non ci si deve mai dichiarare vinti o sconfitti. L’esperienza fatta mi ha aiutato molto. Mi piacerebbe che la voce dei territori sia ascoltata di più. Le rivoluzioni non servono, i cambiamenti credo che siano utili e sicuramente auspicabili. Questo mi fa dire che è difficile amministrare, certo, ma che lo si può fare con una certa fiducia”.

A livello locale in fatto di ricostruzione cosa la preoccupa di più?

“Mi preoccupano i tempi. Mi hanno preoccupato fin dall’inizio. I tempi di presentazione dei progetti, i tempi di approvazione, i tempi di inizio e di fine dei lavori. Da noi qualcosa si è mosso a differenza di altre parti, ma la preoccupazione maggiore è che il grande della ricostruzione arrivi tutto insieme. Questo potrebbe creare problemi. Ogni giorno chiedo se arrivano domande in Comune, ogni giorno faccio solleciti. Abbiamo visto finanziare opere per 35 milioni di euro solo per quanto riguarda la ricostruzione privata e opere per oltre 4 milioni di euro per quanto attiene alla ricostruzione pubblica. Se sia tanto o poco non lo so, ma questo è un indicatore importante a mio avviso”.

Il cantiere dell’Itts “Divini” riparte a breve?

“Sì, sicuramente ripartirà a breve. In questi ultimi giorni c’è stato movimento. Per quel che mi risulta il cantiere è in fase di riorganizzazione. E’ noto come la penso sull’Itts: si è perso tanto, troppo tempo. Non sta a me stabilire di chi siano le colpe e di chi le responsabilità. Per quel che ho potuto ho fatto di tutto per evitare gli stop, ho fatto l’impossibile per riavviare i lavori bloccati da varie vicissitudini innumerevoli volte. Spesso svolgendo un ruolo che non mi competeva e creandomi inimicizie. Ma questo è servito credo e per me il risultato è quel che conta. Non so quante volte ho fatto sentire la mia voce ai vari Commissari, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Repubblica”.

Come vede lo scenario della sanità locale e dell’ospedale settempedano?

“Questo è un altro di quegli argomenti che, fin dal giorno del mio insediamento, mi sono stati più a cuore. La salute dei cittadini, non solo in tempi di Coronavirus, è una priorità per un sindaco. Non solo perché della salute dei cittadini ne è il primo responsabile ma anche, e soprattutto, perché deve esserne il primo difensore. Ogni battaglia in questa direzione mi ha visto impegnata in prima linea. La difesa del nostro ospedale, e dei suoi servizi, non è certo facile ma non indietreggeremo di un passo. Questo è certo. Credo sia noto quel che è stato fatto contro la Determina 742 del 31 dicembre scorso e qual è stata la nostra reazione. Un atto che ha rischiato di cancellare tre Unità operative del nostro ospedale trasformandole da Unità dipartimentali in Unità semplici. Mi sono fatta sentire insieme ad altri e, come risultato, l’atto è stato sospeso. Continuerò la lotta, è ovvio, fino a che non sarà cancellato”.

Che idea si è fatta del braccio di ferro sulla bretella Tolentino-San Severino? Qual è la posizione del Comune?

“La posizione del Comune è chiara: per uscire dall’isolamento un collegamento che unisca la vallata del Potenza a quella del Chienti è indispensabile. La “bretella”, opera attesa da danni, è un rimedio tardivo, è vero, ma è un grande rimedio. Non si doveva aspettare tanto, questo è evidente, ma è inutile andare sempre dietro alle polemiche che non servono proprio. Quel che serve è, invece, essere uniti. Credo che mai come oggi San Severino Marche e tutto il territorio siano a un passo da una soluzione”.

Al di là di questi tre temi, quali sono le sue priorità da perseguire nell’anno di fine mandato?

“Credo che questi tre temi abbiano rappresentato la priorità del mio intero mandato dove non avevo previsto il terremoto e tanto altro, emergenza Coronavirus compresa. Una promessa posso farla: mi attendo la definitiva riapertura del cantiere per la realizzazione del nuovo Itts e l’avvio dei lavori di miglioramento sismico e riqualificazione funzionale energetica del palazzo del Municipio, di palazzo dei Governatori e dell’Istituto Professionale. Poi, l’impegno l’avevo già preso, vorrei far tornare al loro antico splendore i giardini pubblici”.

Perché, secondo lei, ci sono ancora troppe poche donne nei posti di responsabilità?

“La questione di genere è un argomento aperto e sentito: le donne, in Italia, rappresentano oltre la metà della popolazione. Eppure la loro presenza nei posti di responsabilità, dalle politica alle imprese, è ancora minima. Certo abbiamo migliorato, e molto, rispetto al passato. Se le amministratrici comunali erano soltanto il 6,5% nel 1989, ora sono circa il 33%. Ma quel che occorre è un cambiamento di paradigma: le donne in politica non dovrebbero più essere percepite come “altre”. Non sono una di minoranza da proteggere mediante quote minime, ma dovrebbero essere considerate una componente fondamentale, per importanza, della società con lo stesso diritto a partecipare alla vita politica della controparte maschile”.

m. g.

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