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Cecilia e Matteo sono i "Birraio del 2019"
Cecilia e Matteo sono i "Birraio del 2019"

Cecilia e Matteo proclamati a Firenze “Birrai dell’anno”

Matteo Pomposini e la settempedana Cecilia Scisciani del birrificio MC77 di Serrapetrona sono stati proclamati oggi pomeriggio, domenica 19 gennaio, “Birrai dell’anno”. E’ una sorta di ​Pallone d’oro della birra che, grazie al voto di 100 esperti, ha riunito a Firenze i migliori ​20 produttori d’Italia, tutti candidati al prestigioso premio e pronti a spillare – fianco a fianco – ben 150 birre artigianali all’interno di un lungo bancone circolare. Una grande kermesse, insomma, in cui Cecilia e Matteo sono stati incoronati vincitori assoluti! La manifestazione, ideata dal network “Fermento birra”, è stata ospitata al teatro TuscanyHall in un’autentica bolgia di intenditori e amanti delle eccellenze italiane del settore.

Il birrificio MC77 si conferma così una bella realtà produttiva del nostro territorio, capace di esprimere tanta qualità grazie alla ricerca e alla passione di giovani imprenditori come Cecilia e Matteo, i quali nel 2015 vinsero – allo stesso concorso nazionale – il premio riservato al “Birraio emergente”, cioè con meno di due anni di esperienza.

Evidentemente il loro incessante impegno, proseguito negli anni, è stato ben ripagato dai risultati produttivi, tanto che oggi possono mettere in bacheca il titolo più ambito da tutti i birrai d’Italia. Complimenti!

Del resto, il 2019 è stato un anno da incorniciare per il piccolo birrificio di Serrapetrona che ha saputo raccogliere i frutti seminati nel tempo e coltivati con studio, sacrifici, miglioramenti tecnologici, crescita delle competenze produttive, viaggi formativi, creatività e passione. Un mix che ha dato vita a prodotti emozionanti capaci di mietere consensi di critica e pubblico, soprattutto tra gli amanti del luppolo. Birre come la Breaking Hops, double IPA di 7,2° alc. possente e appagante con i suoi profumi tropicali, resinosi e floreali, oppure come la “trilogia” composta dalle succose Velvet Suite, Bowtie e Billy Cock, tra i migliori esempi nazionali di New England IPA. Birre che hanno contribuito a tracciare una via italiana luppolata riportando al centro l’equilibrio tra gli ingredienti e dimostrando come non sia necessario, ma anzi deleterio, caricare quantità importanti di luppolo in maniera scriteriata. Avere potenza senza perdita di controllo, aprire l’arco olfattivo grazie al gioco di squadra degli ingredienti, stupire senza effetti speciali. In altre parole: sorprendere con semplicità, una semplicità che si rinviene anche nei volti e nei modi di fare di Matteo e Cecilia, che con umiltà hanno cominciato a fare birra dopo che la passione per malti e luppoli era scoccata subito dopo quella dell’amore, tra i banchi dell’università a Roma. Un sogno alimentato lungo la strada statale 77, una via che hanno percorso infinite volte e che li ha portati ad aprire un birrificio, oltre che a suggerirgli il nome stesso del birrificio.
Una gamma ampia quella di MC77 che attesta una bravura non settoriale, dove trovano posto birre di ispirazione tedesca, come la fieramente teutonica Glu Glu Kölsch, o belga, come la blanche San Lorenzo, con la sua sorprendente variazione con fiori d’ibisco, Fleur Sofronia. Non manca la vocazione territoriale che si concretizza con birre come l’Ape Regina che prevede miele locale, e la sua versione stagionale, Ape Regina d’Inverno, prodotta con aggiunta di sapa di Vernaccia di Serrapetrona. Così dopo essere stati premiati come migliori emergenti nel 2015, Matteo e Cecilia alzano meritatamente al cielo il Birraio dell’Anno 2019.

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