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Raoul e Lorenzo Paciaroni al Feronia in occasione dell'inaugurazione del 30° anna accademico dell'Uteam
Raoul e Lorenzo Paciaroni al Feronia in occasione dell'inaugurazione del 30° anno accademico dell'Uteam

Una notte di guerra: nuovo libro di Raoul e Lorenzo Paciaroni

Nel pieno dell’occupazione tedesca e della Resistenza, a San Severino, nella notte tra l’11 ed il 12 giugno 1944, si verificarono degli eventi sanguinolenti. Nel giro di poche ore, in una nottata, si concentrarono due episodi di particolare marasma e violenza. Un gruppo di partigiani provenienti da Serrapetrona, comandato dal tenente Antonio Claudi (detto “Toto”), arrivò nei pressi di Colleluce per minare un ponte. Il gruppo dispose delle pattuglie di sorveglianza alle vie d’accesso nei pressi del ponte, per controllare la zona mentre veniva minata. Ad un certo punto, arrivò una camionetta tedesca e si fece fuoco: a bordo, però, non c’erano i soldati delle SS, ma due partigiani, Ramiro Laureani e Tarcisio Teodori. I partigiani si accorsero troppo tardi che il mezzo tedesco era guidato dai loro commilitoni: un tragico errore, dovuto alla mancanza di coordinamento e comunicazione tra cellule partigiane, era stato commesso. I feriti vennero portati all’ospedale settempedano per essere curati. Successivamente, il gruppo ripartì per terminare il lavoro con il ponte, ma la benzina finì prima di arrivare al punto di ritrovo. I partigiani, a piedi, cominciarono a cercare la nafta per il loro mezzo, ma nei pressi della stazione ferroviaria di San Severino, si imbatterono in un camion pieno di soldati tedeschi. Quasi contemporaneamente, sopraggiunsero alcuni partigiani di Tolentino (non coordinati con i nostri protagonisti) e, di punto in bianco, in maniera non chiara, cominciò una violenta sparatoria, che coinvolse le due cellule partigiane e gli occupanti. Nello scontro morirono: Albert, un soldato austriaco che, catturato nella vallata del fiume Chienti dai partigiani nel ’44, aderì alla Resistenza; il conte Francesco Saverio Bezzi; Vinicio Damiani ed Archibald Reice Campbell. Quest’ultimo, soldato sudafricano di origine irlandese, fu catturato dai tedeschi e imprigionato in Italia: fuggì dalla prigionia e riuscì ad aderire al gruppo dei partigiani di Serrapetrona. La sua morte è indagata nel dossier inglese WO 311/1279 «Murder of escaped prisoner of war at San Severino, Italy, June 1944», contenuto negli Archivi nazionali inglesi (Londra), riportato alla luce grazie alle indagini di Anna Copley di Oxford. Questo dettagliato fascicolo riportante le testimonianze riguardanti quella notte di sangue è alla base del nuovo libro di Raoul e Lorenzo Paciaroni Una notte di guerra. I tragici eventi del 12 giugno 1944 a Sanseverino, pubblicato dall’Uteam (Università della terza età dell’alto maceratese), presentato al Teatro Feronia il 13 ottobre scorso, in occasione dei trent’anni di attività dell’Università.
Il testo, breve, ma denso nella ricostruzione degli eventi e nelle testimonianze riportate, è l’occasione per approfondire l’episodio della stazione già narrato nella precedente pubblicazione del 2014 di Raoul Paciaroni Una lunga scia di sangue. La guerra e le sue vittime nel Sanseverinate (1943-1944). Grazie alle nuove carte, gli autori si addentrano con maggiore rigore e precisione in quel nefasto evento, riportando nuove angolazioni e testimonianze inedite (anche discordanti tra di loro): per Raoul e Lorenzo Paciaroni, l’obiettivo di ogni storico è quello di «[…] rileggere il passato, nel senso di verificarne e, se del caso, correggerne e aggiornarne le ricostruzioni» [1].

Perché è da leggere questo opuscolo? Proprio per le nuove risposte che fornisce, per la ricostruzione approfondita degli eventi, pronta ad accantonare vecchie tesi per far spazio a nuove ed inedite prove (inoltre, nell’appendice del libro, sono consultabili i testi in originale del dossier inglese). Tante più sono le risposte portate alla luce dagli autori, tanti più sono i dubbi che si insinuano: perché sono stati commessi certi errori? Come mai quei partigiani di Tolentino, travestiti da tedeschi, erano alla stazione di San Severino? Quante cose ancora non sappiamo e, forse, mai sapremo? Purtroppo, molte domande della storia non avranno mai risposta. Non tutto può essere chiarito: «[…] la storia è piena di silenzi che nessuna curiosità, neppure se unita a buona lena, riuscirà a colmare. […] per quanto riguarda i silenzi insuperabili, la loro esistenza non significa una sconfitta per il ricercatore: lì si ferma la storiografia, non la storia» [2]. Anche se non tutti i silenzi verranno chiariti e le lacune colmate, Raoul e Lorenzo Paciaroni hanno lo stesso contribuito a gettare un po’ di luce in questo particolare frangente della Resistenza locale, ancora molto intricato che, forse, non sarà mai completamente dipanato.

Silvio Gobbi

Note
[1] Raoul Paciaroni, Lorenzo Paciaroni, Una notte di guerra. I tragici eventi del 12 giugno 1944 a Sanseverino, San Severino Marche (MC), Uteam, 2019, p. 10.
[2] Claudia Pancino, Storia sociale. Metodi esempi strumenti, Venezia, Marsilio, 2003, p. 115.

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