Home | Cultura | La recensione: “5 è il numero perfetto”, un film di Igort
Euro Net San Severino Marche
5 è il numero perfetto
5 è il numero perfetto

La recensione: “5 è il numero perfetto”, un film di Igort

Napoli, 1972. Il guappo in pensione Peppino Lo Cicero (Toni Servillo) ha un figlio, Nino (Lorenzo Lancellotti), che segue le sue stesse orme: uccide per conto del boss Don Guarino (Mimmo Borrelli). Una sera, Nino viene ammazzato da un affiliato del clan rivale, capeggiato da Don Lava (Gigio Morra). Peppino non si dà pace: è convinto che l’assassinio sia stato architettato in parte da Don Guarino stesso. Lo Cicero decide di scatenare una guerra contro le due famiglie per farsi consegnare chi ha ucciso il suo Nino, per scoprire la verità, a tutti i costi. In questa faida, coinvolge due sue vecchie conoscenze: il sodale Totò o’ Macellaio (Carlo Buccirosso) e la vecchia fiamma Rita (Valeria Golino). I tre si ritrovano a vivere una rocambolesca guerra di mafia e delinquenza, dove la determinazione di Peppino raggiunge livelli e risultati inaspettati: tra sparatorie infinite e fortunosi salvataggi, egli scoprirà, in vecchiaia, una nuova carica, la forza di tornare all’energia di un tempo, per ottenere ciò che vuole e cominciare, infine, una nuova vita.

5 è il numero perfetto è la trasposizione cinematografica della graphic novel realizzata dal regista stesso, il fumettista Igort (Igor Tuveri). Noto disegnatore, attivo sia in Italia che all’estero, ha collaborato con numerose riviste, come Frigidaire e Linus (di quest’ultima, al momento ne è il direttore editoriale). Nel 1994 ha esposto le proprie opere alla Biennale di Venezia e, tra le varie attività, ha collaborato come sceneggiatore nei film Last Summer (Leonardo Guerra Seràgnoli, 2014) e L’accabadora (Enrico Pau, 2015). Con questo suo primo lungometraggio, il poliedrico fumettista dirige una storia ambientata in una Napoli tetra, buia, capace di uscire dagli stereotipi regionali e di genere. Peppino è un personaggio sfaccettato: padre amorevole e killer cinico, seriamente dedito al lavoro. È un “sicario impiegato”: ha sempre ucciso per conto del boss senza nutrire alcun dubbio, perché ritiene che il male sia necessario al bene. Tutti sono fondamentali in questo mondo, tanto i criminali quanto gli onesti: ognuno ha il proprio posto e ruolo in questo ecosistema “sociale”. Ma la sospetta morte di Nino puzza fin da subito di tradimento, distruggendo quella sorta di equilibrio che ha caratterizzato la vita di Peppino: qualcuno deve aver scavalcato il proprio ruolo nell’ecosistema. Perciò parte all’azione, inizialmente folle, ma poi sempre più ragionata, fino a scoprire la verità. 5 è il numero perfetto si distingue per il ritmo concitato, serrato proprio come un fumetto, con delle ambientazioni capaci di ricalcare bene l’atmosfera del disegno (specialmente quelle notturne). Una storia in sé non pienamente originale, ma efficace per la narrazione (divisa in cinque capitoli), per gli attori scelti (in particolare, l’interpretazione di Servillo è, come sempre, valida) e per l’ottimo colpo di scena finale, il quale dona un giusto tono conclusivo a questa storia di mafia, dubbi, tradimenti inaspettati e spietati.

Silvio Gobbi

Centro Medico Blu Gallery