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Il Papa saluta i bambini della Prima comunione
Il Papa saluta i bambini della Prima comunione

Il Papa (4). La felicità dei bambini, l’esortazione a rialzarsi

Fin dal mattino centinaia di bambini, con i loro genitori e catechisti, hanno atteso il Pontefice all’interno del palasport di Camerino. Erano i bimbi di 9 o 10 anni che in questa primavera hanno fatto la loro Prima comunione. Quando Papa Francesco, in anticipo sul programma della giornata, è arrivato nell’impianto sportivo c’è stata un’autentica esplosione di gioia. “Siamo partiti in pullman di buon mattino – spiega Serenella Eugeni, catechista a San Lorenzo – ed è stata una bella esperienza. Certo, non era facile tenere tutti quei bambini, dentro un palazzetto e per diverse ore, con un caldo terribile. Qualcuno ha seguito la messa trasmessa sul maxischermo, altri no… Poi abbiamo fatto il pranzo al sacco – fuori, all’ombra – e quindi siamo rientrati. L’organizzazione è stata perfetta, nessun intoppo. Erano tutti molto gentili e ben organizzati. I bambini, durante il tempo d’attesa, sono stati bravissimi (un po’ meno alcuni genitori, non del nostro gruppo!). Abbiamo provato dei canti e, finalmente, all’arrivo del Papa abbiamo sventolato insieme le bandierine bianche e gialle, felici di incontrarlo. Lui è stato stupendo, ha fatto il giro intero delle transenne per salutare tutti e poi ha fatto il suo discorso, molto bello. Penso che i ragazzini siano stati tanto contenti di questo incontro, anche perché non pensavano di poterlo vivere così in prima persona, tanto che al ritorno, in pullman, ciascuno di loro l’ha detto proprio apertamente: E’ stata una bellissima esperienza. Dobbiamo ringraziare l’organizzazione e il Papa, che è stato davvero fantastico”.

“Anch’io sono stata a Camerino – racconta la piccola Anita Padovan – e aver stretto la mano al caro Santo Padre è stato il regalo più bello che le mie catechiste potessero farmi per la Prima comunione”.

“Il Papa è sempre il Papa, anche se mi è parso un po’ stanco, forse anche per il caldo… – dice Lucia Ciciliani, che accompagnava suo figlio Daniil -. Vederlo entrare e sentire i cori da stadio dei bimbi è stato emozionante e commovente. Poi ha preso il microfono: poche parole, e la stessa domanda rivolta più volte ai bambini: cosa succede quando cadiamo? E quando cade qualcuno accanto a voi? Chi ci aiuta sempre a rialzarci?…”.

Domande su cui riflette Thomas, 10 anni, presente pure lui al palas. “L’incontro con il Papa mi ha trasmesso felicità perché so che lui è una persona buona e aiuta il prossimo (anche se questi ha fatto delle azioni cattive). Francesco ci ha detto che ogni volta che cadi ti devi rialzare e che Gesù sarà sempre lì vicino a noi”. E la mamma di Thomas aggiunge: “Mi hanno colpito le parole dette dopo la benedizione ai bambini: Non dimenticate: quando cadete rialzatevi e continuate a giocare“, perché oggi i ragazzi non sanno più giocare!”.

“Più o meno due mesi fa, in uno degli incontri di preparazione alla Prima comunione, don Aldo ci disse che il Santo Padre aveva espresso il desiderio di incontrare i nostri figli durante la sua visita a Camerino. La gioia di questa notizia – racconta Francesca Marini – si è presto trasformata in emozione quando il Papa Francesco è apparso da una porta laterale del palazzetto e i bambini hanno iniziato ad acclamare il suo nome. L’emozione è diventata commozione mentre, passo dopo passo, salutava con un gesto gentile e uno sguardo amorevole ogni singolo bambino. Le sue parole, in quella che sembrava una chiacchierata con un nonno buono, simpatico e vestito di bianco, erano semplici, ma piene di significato e speranza. Un’esperienza breve, eppure intensa e indelebile nella memoria, un valore aggiunto nella vita di piccoli e grandi”.

“La sua espressione umile, serena e gioiosa ha coinvolto subito tutti noi… ‘piccoli’ di fronte alle sue semplici, ma profonde parole – sottolinea Sabina Caciorgna -. Il saluto, le carezze e il fare scherzoso nei confronti di ogni bambino presente hanno reso l’incontro unico e speciale”.

Bello pure il “siparietto” avuto dalla piccola Giorgia Ghergo, che ha portato al Papa i saluti di nonno Novello. “Lui ha voluto sapere il nome – ricorda Romina, la mamma di Giorgia – e poi ha aggiunto di salutarglielo davvero. Che emozione per lei! Il coraggio, la spontaneità e la sincerità dei nostri bambini sono impressionanti, a volte disarmanti. Ho pianto per la gioia, un’emozione irripetibile. Credo che tutti i bimbi coinvolti ricorderanno per sempre questo incontro con Papa Francesco, soprattutto perché avvenuto nell’anno in cui hanno ricevuto Gesù per la prima volta nella loro vita”.

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