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Il film "Ricordi?"
Il film "Ricordi?"

Recensione del film “Ricordi?”: la regia è di Valerio Mieli

Due ragazzi dalle differenti visioni della vita si conoscono ad una festa. Lui (Luca Marinelli) è un giovane tenebroso, professore universitario di Storia Antica (Romana, ad essere precisi): per lui la vita è tristezza, morte, sofferenza; un romantico cupo al cubo, pura negatività e nostalgia. Lei (Linda Caridi) è una ragazza bella quanto solare: ama la vita in ogni sua sfumatura, apprezza tutto ciò che ha e non nega mai un sorriso a niente e nessuno (sa essere felice senza essere stupida, come dice il professore); in pratica, l’antitesi del mesto Marinelli. I due si innamorano: lei contagia lui con la sua vitalità, lui fa entrare in lei un po’ della propria malinconia esistenziale. Vanno a vivere insieme ed il loro rapporto segue una curva crescente e decrescente, fino a quando arrivano a separarsi: da lì in poi, sarà un tira e molla. La coppia vivrà la separazione pensando al passato, a ciò che è stato, a come sarebbe potuta andare, cercando di rincontrarsi per tornare a condividere i loro sentimenti.
Raccontata in questa maniera, la vicenda di Ricordi? non è nulla di nuovo, ed in effetti così è: la trama è nota, il cinema è colmo di storie d’amore tormentate di questo genere. Ma il regista Valerio Mieli riesce a salvarsi per come ha deciso di costruire l’opera, ergendo a veri protagonisti i “ricordi” dei personaggi: innestate lungo tutta la visione, le spiazzanti reminiscenze dei giovani sono il corpo della sceneggiatura. La forza della pellicola risiede nella ritmata regia di Mieli, nella perfetta fotografia di Daria D’Antonio, e nella costruzione temporale diversa dalla comune limpidezza narrativa: ricordi, salti nel passato, nel presente, nel futuro, distorsioni della verità e visioni oniriche più o meno reali. Il tira e molla tra l’uomo tetro la donna luminosa è ben condito da questa costruzione cinematografica, fatta di analessi e prolessi, capace di dilatare e distorcere la linearità dei fatti: sta allo spettatore ricostruire la sequenzialità della vicenda, ed è questo il bello del lavoro. Mieli, a tratti un po’ manierista, sottolinea la forza dei ricordi, la loro potenza: ci dicono tutto e il contrario di tutto, possono essere positivi e negativi a seconda di come ci sentiamo nel momento in cui ricordiamo. Diverse angolazioni, diverse sfumature e memorie dello stesso evento, ecco ciò che vediamo in Ricordi?, seconda opera scritta e diretta dall’autore (la prima è stata Dieci inverni, del 2009), presentata in concorso nella rassegna autonoma “Giornate degli Autori”, durante la 75ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Mieli vuole affrontare la mostruosa bellezza del ricordo, la sua inafferrabilità, la necessità della sua esistenza (sia negativa che positiva) per la vita della coppia e dell’essere umano in generale: una buona idea, corroborata anche da capaci interpreti, che denota le sperimentali potenzialità del regista prossime a sbocciare pienamente.

Silvio Gobbi

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