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Vincenzo Felicioli
Il dottor Vincenzo Felicioli

In pensione il dottor Felicioli, l’ultimo della vecchia guardia

Dal primo dicembre scorso è in pensione il dottor Vincenzo Felicioli. Con lui a riposo cala definitivamente il sipario sul glorioso reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di San Severino. Sia per ragioni anagrafiche (64 anni compiuti a luglio), sia per scelta, Vincenzo è stato l’ultimo della “vecchia guardia” ad arrendersi di fronte alla decisione regionale di chiudere il punto-nascita nel marzo del 2016. Lo abbiamo intervistato.

Dottor Felicioli, potremmo definirla “l’ultimo dei Moicani”…

“Beh, dopo il pensionamento del dottor Linci, la partenza della Vignoli e il trasferimento a Loreto dei colleghi Cecchi e Carboni per la creazione del Centro di diagnosi prenatale, sono rimasto effettivamente da solo! Dal febbraio 2017 ho portato avanti la Ginecologia facendo interventi chirurgici di week surgery. In sala operatoria, per quelli maggiori, avevo al mio fianco il dottor Nazzareno Oddi, fin quando pure lui non se n’è andato in pensione (settembre 2017; ndr)”.

E ora cosa succederà al reparto?

“Non lo so, non è a me che va rivolta questa domanda. Finora, dopo la chiusura del punto-nascita, il reparto ha funzionato dalle 8 del lunedì alle 20 del venerdì”.

Con quale stato d’animo se ne va?

“Negli anni scorsi abbiamo fatto tante battaglie per tenere in vita questo reparto, nato nel ’77 con l’arrivo di Angelo Mantovani e, subito dopo, nel ’78, di Franco Linci e Marisa Cacciamani. Io c’ero dal 1981… Nel ’97, a seguito della chiusura del vecchio ospedale di Camerino per il terremoto, vennero a San Severino pure i medici dell’Ostetricia-ginecologia camerte: il professor Renato Indraccolo, l’aiuto Mario Ippolito e Alessandro Cecchi. Le due realtà vennero accorpate qui nella struttura settempedana. Ma, al di là di questo, fin dagli anni ’80 il nostro reparto non è mai sceso sotto la media dei 500 parti all’anno. E, badate bene: prima si poteva partorire anche in tanti altri piccoli ospedali, come ad esempio Treia…”.

Insomma, un reparto che ha fatto un po’ la storia di un territorio…

“Credo proprio di sì, perché siamo stati fra i primi delle Marche a fare molte cose innovative. Penso alla diagnosi prenatale, al parto indolore, alla chirurgia maggiore laparoscopica e alla chirurgia in day surgery per la resezione isteroscopica, senza dimenticare tutta la parte dell’interventistica uroginecologica con moderne metodiche. Affidabilità e notorietà del reparto sono cresciute col tempo, facendo del nostro ospedale un punto di riferimento importante per il territorio”.

Qualche aneddoto?

“Ne potrei raccontare davvero tanti… Qui sono nati bambini divenuti poi molto conosciuti oppure lo erano già i loro genitori. Posso dire di aver fatto nascere Giacomo Bonaventura, il giocatore del Milan. Quando pure mio figlio Gian Filippo era a Milano, nel settore giovanile rossonero, venne a sapere di questa cosa l’allora ‘ad’ Adriano Galliani e spesso, con una battuta, me lo ricordava per sottolineare scherzosamente le qualità di Giacomo”.

A proposito di suo figlio, come sta?

“A Perugia si trova bene, ma ha avuto già un paio di infortuni. Anche adesso è fermo per un problema muscolare”.

Lei è stato vice sindaco a San Severino, consigliere provinciale e presidente della Comunità montana. Ha voglia di tornerà in politica?

“No, non ho alcuna intenzione di tornare nell’agone. Il 5 giugno del 2016 sono decaduto dall’incarico di vice sindaco qui a San Severino, al termine di un’esperienza politico-amministrativa molto bella, e ho detto basta”.

Ora che farà?

“Dedicherò più tempo alla mia famiglia, seguendo spesso le gare di Gian Filippo, e continuerò un po’ anche la professione medica al Centro BluGallery di San Severino dove, assieme alla proprietà, stiamo studiando la possibilità di avviare nuovi servizi”.

 

 

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