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L'edificio interessato dal cantiere
L'edificio in cui è pronto a partire il cantiere della ricostruzione

Sisma, due anni dopo: parte la ricostruzione “pesante”. La speranza non muore

Stanno per iniziare i lavori del più importante intervento privato di riparazione post sisma finora attuato a San Severino. E’ il primo con isolamento alla base preso in analisi e approvato dagli uffici regionali per la ricostruzione: ha ricevuto un finanziamento complessivo di un milione e 751 mila euro. Il cantiere partirà in questi giorni, proprio in coincidenza col secondo anniversario delle terribili scosse di terremoto.

Le opere riguardano una palazzina del rione Settempeda, in viale della Libertà, dove ci sono 8 appartamenti (più due soffitte e il piano interrato con i garage). La struttura verrà sottoposta a un intervento all’avanguardia, grazie all’installazione di isolatori sismici. Il tecnico incaricato, che ha redatto il progetto e dirigerà poi i lavori, è l’ingegner Michele Magrini dell’Ordine di Ancona, mentre la ditta individuata per il complesso intervento è la “Sardellini Costruzioni” di Macerata.

“Con gli altri condomini abbiamo deciso di non scegliere la via dell’abbattimento dell’edificio”, spiega uno dei proprietari, l’ingegner Giovanna Leonori, rappresentante legale del condominio nelle pratiche di ricostruzione: “Le scosse del mercoledì 26 non fecero danni rilevanti – racconta Giovanna –, le lesioni maggiori, che hanno letteralmente devastato in particolare i piani inferiori, sono arrivate con il ‘colpo’ della domenica mattina (30 ottobre; ndr), quando – per fortuna – gli appartamenti più danneggiati erano vuoti poiché alcuni di noi avevano già preferito trovare altre temporanee sistemazioni. Poi abbiamo iniziato l’iter procedurale per questi lavori, di cui mi sono assunta personalmente l’onere, malgrado il poco tempo a disposizione. E adesso finalmente partono… Speriamo di rientrare a casa entro la primavera del 2020. Personalmente, mi reputo molto fortunata perché ho trovato un team di ingegneri molto preparati e dinamici; perché la casa è a San Severino, dove la grande operatività del sindaco ci ha messo in condizione di partire coi primi passi verso il progetto di ricostruzione già a novembre 2016; perché i condomini hanno collaborato e sono rimasti compatti. Il mio, come gli altri progetti di ricostruzione pesante già approvati dall’Usr, dimostra che la ricostruzione non è un’utopia, ma un traguardo raggiungibile, anche se attraverso un percorso difficile e accidentato; si prendendo decisioni difficili, però sempre con responsabilità e buon senso”.

In effetti l’intervento non è semplice, lo stabile è grande e occorreranno parecchi mesi per completare le opere previste.

“Bisognerà scavare fino alla base dei plinti di fondazione dell’edificio – dice l’ingegnere Michele Magrini –, creare una nuova platea di fondazione, rinforzare e aumentare la sezione dei pilastri che nascono dai plinti, cosicché possano ospitare gli isolatori sismici. Questi dispositivi consentiranno di disconnettere la fondazione, ancorata al terreno, rispetto alla sovrastruttura”.

Per inserire gli isolatori il palazzo verrà “tagliato” e sollevato grazie a un sistema di martinetti idraulici, per poi essere appoggiato sugli isolatori tramite i quali sarà collegato alla platea. Insomma, operazioni complesse poiché riguardano un edifico esistente. Ma il futuro in Italia, e in particolare nella zona del “cratere”, non può che orientarsi in questa direzione, specie a livello di edifici strategici come scuole, ospedali, caserme e municipi. Anche le nuove costruzioni non dovrebbero farne a meno per limitare i danni dovuti a terremoti e aiutarci a sconfiggere la paura.

m. g.

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