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“Cronisti in classe” scoprono il mestiere del giornalista

Quando la cronaca diventa lezione. È l’esperienza che abbiamo vissuto con il giornalista Mauro Grespini, che peraltro è anche il curatore del progetto “Cronisti in classe” di un’altra scuola, quindi nostro… avversario. A far diventare interessante un’ultima ora didattica mattutina e per la verità anche per trovare una valida alternativa alla lezione di Latino, ci ha pensato l’esperto, che ci ha raccontato il suo percorso per arrivare a diventare un giornalista professionista e gli impegni che richiede questo lavoro. Grespini, che oggi collabora con il Resto del Carlino e dirige il sito online de “Il Settempedano”, ha praticato il lavoro del giornalista fin dagli anni ’90 per poi decidere, nel 2008, di dedicarsi all’insegnamento.
Il suo discorso è iniziato con la spiegazione su come diventare giornalista. Due le strade per poter accedere alla professione: la prima, la più sicura, è quella di frequentare una scuola per giornalisti post-laurea e a numero chiuso, ad esempio ad Urbino. La seconda, più lunga e incerta, è quella di fare pratica in redazioni quali, appunto, quelle dei giornali.
La passione giornalistica del nostro ospite iniziò con lo sport: un giorno colse l’opportunità e si recò assieme ad un giornalista, il quale doveva scrivere un articolo, ad una partita di calcio; conobbe il mestiere e si appassionò. Poi, nel corso del terremoto del 1997, venne inviato sui luoghi colpiti dal terremoto e gli fu proposto un contratto. Iniziò così a lavorare in redazione.

Ecco allora che abbiamo colto l’opportunità per fare uno zoom proprio su una tipica giornata in redazione: si lavora più o meno dalle 10 del mattino (con una pausa-pranzo) finché non si chiudono le pagine, in serata, e si scrive di meno rispetto ai collaboratori, ma il lavoro è maggiore; bisogna infatti contattare le fonti, che possono essere amici, fotografi, collaboratori, corrispondenti e fonti istituzionali quali i carabinieri o gli uffici stampa di Comuni, Province e Regioni. Numerose sono le chiamate a scopo informativo che ricevono ogni giorno le redazioni, alcune delle quali sono fake news, e bisogna quindi essere prudenti. Una cosa molto importante è la verifica delle fonti, che impiega tanto tempo: in caso di errore il giornale perde credibilità e, quindi, lettori.
Una volta ottenuto tutto il materiale necessario per scrivere la propria pagina, ci si confronta con il caporedattore e, se tutto è nella norma, si passa all’impaginazione. Man mano il materiale arriva e le pagine vengono completate.
Un lavoro obbligatorio è la creazione della “civetta” o “locandina”, preferibilmente con l’aggiunta di immagini, allo scopo di colpire e indurre le persone all’acquisto del giornale.
Prima di considerare il lavoro concluso bisogna fare il cosiddetto “giro di cronaca” e, in caso di notizie nuove, aggiornate, o migliori, la pagina relativa viene “smontata” e perciò riscritta. In caso di ritardo, è necessario contattare la redazione centrale (di Bologna, ad esempio, nel caso del Carlino) allo scopo di far slittare la chiusura e, quindi, di poter pubblicare.
Quello del giornalista è un mestiere complicato, stando alla descrizione del nostro ospite, perché bisogna essere corretti, curiosi, disponibili, grintosi, dotati di una buona sintesi e, soprattutto, sempre pieni di entusiasmo per il lavoro scelto. Questo incontro ha fornito l’occasione a noi alunni di imparare la vita del giornalista, di come viene svolto tale mestiere e per qualcuno, forse, di sognare di diventarlo. Il nostro esperto è stato molto chiaro nello spiegare l’argomento e la 3^C ha apprezzato molto l’originale lezione.

Roberta Piloni, Lorena Cocchi, Catia Mizioli, Gurkaran Singh, Emanuela Gavrilescu, Nicola Borri – 3^ C

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