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L'edificio della "Lazzarelli"
L'edificio della "Lazzarelli"

Episodi di scabbia alla Casa di riposo “Lazzarelli”

Episodi di scabbia tra gli ospiti alla casa di riposo “Lazzarelli” di San Severino. Il grido d’allarme viene lanciato dal direttivo di Fratelli d’Italia. “Tale grave fatto – rivelano i componenti – si è ripetuto in varie occasioni, tanto che sono stati contagiati dall’acaro responsabile della patologia alcuni ospiti in periodi diversi. La direzione della Casa di riposo avrebbe dovuto provvedere tempestivamente a una disinfestazione accurata, sia per salvaguardare gli ospiti non autosufficienti, sia per gli operatori sanitari che operano nella struttura”. FdI, infatti, si dice vicina, oltre ovviamente agli ospiti della Lazzarelli, anche a chi vi lavora. “È evidente – soggiunge il direttivo – che la circostanza preoccupa molto i lavoratori della Casa di riposo che sono esposti al contatto continuo con le persone colpite dall’infestazione contagiosa della pelle, la quale si diffonde per contagio personale, con vestiario o accessori utilizzati da chi l’ha già contratta, come ad esempio materassi e asciugamani. Gli effetti sono un prurito intenso che spesso si accentua al momento di andare a dormire e si può protrarre fino a tarda notte, provocando l’insonnia, che per anziani già sofferenti non è auspicabile. Dato che la scabbia è contagiosa, un focolaio nella Casa di riposo, con eventuale contagio di persone che gravitano all’interno della struttura, potrebbe risultare pericoloso anche per la popolazione di tutta la città. Auspichiamo, quindi, che la direzione della Casa di riposo prenda adeguati e drastici provvedimenti di natura igienica ed organizzativa che possano risolvere il problema. Occorrerà inoltre – conclude il direttivo di FdI – scoprire la causa da cui è scaturita la malattia, debellata nelle nostre zone da decenni, per evitare che il problema si riproponga”.

Fin qui la presa di posizione di Fratelli d’Italia. Quella che segue, invece, è la nota della Casa di riposo “Lazzarelli”.

“La direzione della Casa di riposo Lazzarelli, nelle figure del presidente Teresa Traversa, del direttore sanitario dottor Giuseppe Tartaglia e del direttore generale Laura Taccari, riferisce che la malattia è stata portata da una signora che proveniva da altro istituto locale e che al momento dell’ingresso non era a conoscenza della patologia in quanto non diagnosticata da alcun medico e quindi non ha permesso di intervenire prontamente per evitare il contagio. Quando alcuni ospiti del reparto dove viveva la stessa, trasferita in altra struttura, hanno manifestato segni potenzialmente riconducibili alla scabbia, sono stati sottoposti a visita dermatologica presso l’ospedale di San Severino. Lo specialista ha confermato la diagnosi e ne ha dato conoscenza come da prassi all’ufficio igiene. Successivamente l’ufficio igiene ha fatto un sopralluogo nella struttura per visitare le persone contagiate e stabilire con la direzione sanitaria e amministrativa le misure da adottare.
Il direttore sanitario, coadiuvato dal presidente e dal direttore della struttura, hanno convocato il personale operante per relazionare sulla situazione, dettare le disposizioni da seguire e rispondere alle domande del personale stesso, giustamente preoccupato, ma responsabile e collaborativo.
Si è provveduto a effettuare i trattamenti sanitari previsti a tutti gli ospiti contagiati e non, nonché a tutto il personale.
Sono state sospese, esclusivamente a titolo precauzionale alcune attività non obbligatorie, e si è provveduto ad eseguire quanto richiesto sotto il controllo dell’ufficio igiene che nel periodo indicato ha seguito la struttura effettuando altri sopralluoghi.
La scabbia è una patologia il cui contagio avviene esclusivamente con il contatto prolungato e/o attraverso biancheria e materassi..
Si è provveduto al lavaggio di tutta la biancheria ad una temperatura superiore ai 60 gradi e alla pulizia dei materassi chiudendoli nei sacchetti di plastica come dettato dal protocollo. Non è stata mai intenzione dei responsabili della struttura tenere segreta la questione dal momento che la prima visita è stata effettuata presso l’ospedale pubblico con denuncia all’ufficio igiene. La malattia non è insorta in struttura per carenze igieniche, ma combattuta dalla stessa seguendo le linee del protocollo sanitario con la collaborazione di tutto il personale che ha effettuato ore di straordinario e posticipato le ferie dimostrando senso di responsabilità e rispetto per il proprio lavoro e che per tutto quanto fatto viene pubblicamente ringraziato”.

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