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Il maresciallo dei Carabinieri, Piermanni
Il maresciallo dei Carabinieri, Piermanni

Largo Piermanni al rione Settempeda: sabato l’intitolazione

La Città di San Severino Marche sabato 16 settembre rende onore alla memoria del maresciallo capo, Medaglia d’oro al valor militare, Sergio Piermanni, nato ad Ascoli Piceno il 29 febbraio 1940 e morto in un conflitto con una banda di malviventi nel piazzale della stazione di Civitanova Marche il 18 maggio del 1977. L’efferato crimine, esattamente quarant’anni fa, seguì di poche ore l’uccisione, a Porto San Giorgio, dell’appuntato dei carabinieri Alfredo Beni a opera della stessa banda di criminali che ferì mortalmente il sottoufficiale dell’Arma.
A Piermanni il Comune settempedano ha deciso di intitolare un largo nel rione Settempeda proprio nei pressi del monumento alla memoria delle vittime di Nassiriya. Con l’occasione verrà inaugurata anche la nuova sede dell’Associazione nazionale dei Carabinieri di San Severino, situata in via Angelo Massarelli al numero 19.

Il programma

Alle 10 incontro delle autorità con l’Amministrazione comunale, saluti e omaggio del sindaco Rosa Piermattei; alle 10.30 inaugurazione della nuova sede; alle 11 trasferimento nel rione Settempeda con ritrovo nel piazzale del Commercio. Alle 11.30 intitolazione del largo al maresciallo capo Sergio Piermanni.

Il maresciallo capo Sergio Piermanni è stato insignito della Medaglia d’oro al valor militare “alla Memoria” con la seguente motivazione: “Comandante di Nucleo radiomobile, in licenza ordinaria nella sede di servizio, venuto a conoscenza, casualmente, dell’assassinio di un graduato dell’Arma e del ferimento di altri carabinieri nel corso di un conflitto a fuoco con malviventi verificatosi in provincia limitrofa, chiedeva e otteneva il permesso di rientrare in servizio per concorrere alle operazioni in atto, nottetempo, per la cattura dei criminali in fuga. Nel corso di operazioni di identificazione di tre persone sospette – riconosciute, successivamente, nei malviventi ricercati – veniva proditoriamente fatto segno a numerosi colpi di pistola, sparati da brevissima distanza. Benché ferito in maniera gravissima, reagiva, con un’estrema eroica determinazione, con il fuoco della propria arma, ferendo mortalmente uno degli aggressori, prima di immolare la sua ancor giovane esistenza. Luminoso esempio di dedizione al dovere e di cosciente sacrificio”.

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