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Dipinto dell’assemblea del Concilio di Trento con Massarelli al centro dell’emiciclo
Dipinto dell’assemblea del Concilio di Trento con Massarelli al centro dell’emiciclo

Angelo Massarelli e il Concilio di Trento

di Alberto Pellegrino

Angelo Massarelli è una delle maggiori personalità della Chiesa Cattolica nella seconda metà del Cinquecento, avendo vissuto con personalità di primo piano l’intero svolgimento di quel Concilio di Trento (1545-1563), che cambia profondamente i contenuti spirituali e l’assetto organizzativo della Chiesa Cattolica.
Massarelli nasce nel 1510 a San Severino Marche (allora diocesi di Camerino), dove riceve la sua prima formazione culturale per poi trasferirsi a Gubbio e successivamente presso l’Università di Siena, nella quale rimane per sette anni fino al conseguimento della laurea in utroque iure. Ritornato per un breve periodo in patria, è condotto a Roma dal suo concittadino e futuro vescovo Gerolamo Boccauratus. Ben presto è accolto nella cerchia degli ambienti culturali romani, dove spiccano i nomi di Marcantonio Flaminio e Paolo Giovo.
Massarelli, apprezzato come esperto latinista e autore di validi testi storici, inizia la sua carriera nella corte romana prima come segretario del cardinale Trivulzio poi del cardinale Aleandro, al seguito del quale nel 1538 lo accompagna nella sua missione di legato pontificio in Germania, Boemia e Ungheria, rientrando a Roma nel 1539. Aleandro muore nel 1542 e nel 1543 Massarelli passa al servizio del cardinale Marcello Cervini, storico, latinista collezionista di codici, incaricato di riordinare la Biblioteca Vaticana dal Papa Paolo III, che lo nomina Prefetto a vita.
E’ in questo ambiente che Massarelli incomincia a interessarsi di storia e a scrivere le vite di papi e cardinali. Nel 1545, con l’apertura del Concilio di Trento, egli è nominato segretario generale e mantiene questa carica sia quando il Concilio si trasferisce a Bologna (1549-1551), sia quando ritorna a Trento nel 1551 per iniziativa del papa Giulio III che conferma Massarelli nell’incarico di segretario, che mantiene fino al termine dei lavori conciliari, manifestando sempre la convinzione profonda che il suo servizio non è rivolto a soddisfare le esigenze dei suoi altissimi patroni, ma anche di utilità per la Chiesa universale. Massarelli presta servizio sotto i papi Marcello II, Paolo IV e Pio IV, che nel 1560 lo nomina segretario della Congregazione di cardinali per la riforma della Chiesa. Massarelli era stato nominato protonotaro apostolico nel 1545 ed era stato consacrato sacerdote nel 1550; nel 1557 viene nominato vescovo di Telese, facendo una carriera ecclesiastica per quei tempi molto rapida.
Partito da Trento nel 1563, Massarelli è accompagnato dagli altri prelati sanseverinati Astolfo Servanzio, Cinzio Panfili e il fratello Michelangelo, a dimostrazione di quanto potessero le amicizie e le parentele nell’assegnazione degli uffici all’interno della curia romana e quanto sia altro il numero di ecclesiastici e ufficiali che la diocesi di Camerino fornisce al governo della Chiesa. Rientrato a Roma, Massarelli si ammala di podagra e muore il 16 luglio 1566.

Angelo Massarelli non ottiene mai la porpora cardinalizia per due sostanziali motivi:
1. Egli si è comportato sempre con estrema lealtà verso la Chiesa, pur essendo tra i sostenitori delle posizioni riformatrici, che alla fine s’impongono nel Concilio contro la posizione dei più accaniti sostenitori del centralismo romano.
2. Pio IV procede con rigore alla riforma della curia e della stessa famiglia pontificia, per cui le nomine dei vescovi e dei cardinali sono fatte con maggiore cautela e maggiore attenzione per l’adesione agli indirizzi riformatori conciliari; del resto lo stesso Massarelli non ha mai mostrato di aspirare alla porpora cardinalizia, preferendo potersi dedicare al riordino dell’immenso materiale prodotto dal Concilio e attendere agli amati studi sulla storia dei papi.
La personalità di Angelo Massarelli acquista una particolare importanza per tre fondamentali ragioni:
1. Egli è l’espressione e il simbolo di un modello di ascesa sociale per la piccola nobiltà locale e per le élites culturali di provincia verso la conquista di un ruolo prestigioso presso la curia romana attraverso una carriera ecclesiastica che prevede lo svolgimento d’importanti funzioni politico-ammnistrative.
2. Nei suoi quarant’anni di servizio prestato alla Chiesa, egli è un testimone d’eccezione di carriere ecclesiastiche e civili, di lotte per la conquista di benefici e di cariche, di storie personali e familiari in una Roma, la quale è ancora afflitta da intrighi, affarismo e nepotismo che caratterizzano il papato per tutto il Quattrocento e metà del Cinquecento. In questo periodo Massarelli, nel suo ruolo di curiale e di esecutore della politica ecclesiastica romana, mantiene una irreprensibile condotta morale.
3. Con i suoi scritti storici e le sue biografie di papi e di cardinali, Massarelli ha fornito un contributo fondamentale alla storiografia ecclesiastica del Cinquecento. Nei suoi diari del Concilio e nei suoi lavori storici (contenuti in tre codici della Biblioteca Vatican, uno nell’Archivio Segreto Vaticano, uno nella Biblioteca Nazionale di Roma e due nella Biblioteca Comunale di San Severino Marche) egli riferisce i problemi della nobiltà, il ruolo delle lettere e dell’ingegno nel cursus honorum spesso inquinato da casi di simonia, le notizie sulla vita della corte papale e delle corti dei principati italiani, per cui da questa serie d’informazioni si potrebbe trarre una teoria di tipo storico e sociologico sulla nobiltà, sulla dignità cardinalizia e vescovile del Cinquecento.

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