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Palasport gremito per la messa di mezzanotte
Palasport gremito per la messa di mezzanotte

La messa di mezzanotte? Spettacolo da “sold out”

Se la forza di una squadra si nota dalla coesione del gruppo, l’anima della cittadinanza settempedana è viva e sana. Il segnale confortante è giunto dal palasport Albino Ciarapica. Prestato dal volley, dal basket e dal calcetto alla comunità religiosa per la notte di Natale che ha avuto quest’anno un sapore speciale. Inagibili i luoghi di culto più cari, fra cui la cattedrale di Sant’Agostino, rituale meta dei fedeli per la funzione della notte di Natale, i cattolici di San Severino si sono dati appuntamento al palas Ciarapica che di recente si è tramutato nella più affollata struttura ricettiva cittadina dell’emergenza post terremoto. Il parroco della cattedrale, don Aldo Romagnoli, ha concelebrato la messa della notte di Natale con altri quattro sacerdoti settempedani in un clima suggestivo. Non la palla a spicchi a cercare l’anello, non la leggera palla del volley schiacciata in terra, non la palla del calcetto a perforare le piccole reti adagiate sul parquet. Ma tanti e tanti fedeli. Seduti ordinatamente sulle sedie disposte nella corsia centrale del parquet, adeguatamente protetto dagli speciali teloni neri, assiepati in ogni reparto sulle gradinate, mai così “overcrowded”. Uno spettacolo da “sold out” che solo la speranza del ritorno alla normalità dopo tanto disorientamento e sofferenza per il terremoto ha contribuito a rendere unico. L’intera San Severino ha fatto quadrato intorno ad una delle sue certezze. La fede. Il verbo divino è giunto attraverso il Vangelo di Luca a ricordare le difficoltà della Natività, ma anche l’eterna bellezza del suo mistero. Particolarmente suggestivo il racconto di don Aldo della chiesetta dell’Irpinia salva dal terremoto del 1980 fra tante macerie “perché luogo simbolo dell’abbraccio di due fratelli mugnai perennemente aiutatisi a vicenda in un periodo di difficoltà, testimonianza di fede profonda”. Apprezzata anche la digressione in stile social dell’ispirato don Aldo che ha chiuso l’omelia ricordando la fede tiepida dell’alpinista a cui il soccorritore, inascoltato, chiede di fidarsi e gettarsi nel vuoto, mentre “Gesù ha creduto in noi fino a sacrificare la sua vita in un estremo gesto di generosità”. Quello a cui è chiamata l’intera San Severino per tornare alla completa normalità. A giudicare dagli oltre 2 mila presenti al Ciarapica, la strada è quella giusta.

Luca Muscolini

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