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Elio Antonini mostra le due bombe rinvenute

Antonini va a funghi nel bosco e trova due granate

Va in un boschetto delle campagne di San Severino alla ricerca di funghi ma trova due bombe a mano! L’incredibile scoperta è stata fatta dal sessantenne settempedano Elio Antonini, un artigiano che ha avuto da sempre la passione per i reperti, ma che di solito è attratto dal settore archeologico paleontologico. Questa volta, suo malgrado, ha dovuto cambiare genere, passando al bellico. “Qualche giorno fa, avendo un po’ di tempo libero – racconta Antonini – ho pensato di fare una passeggiata in un boschetto vicino alla frazione di Stigliano, come è mia consuetudine, alla ricerca di funghi. Ho trascorso momenti rilassanti, fino a quando ho notato che la visibilità stava iniziando a calare, poco prima delle 16.00, per cui ho riguadagnato la via che conduce all’uscita del boschetto, nei pressi del quale avevo parcheggiato la mia auto. Ad un tratto la mia attenzione è stata attratta da un oggetto rosso e argento che mi sembrava fosse una lattina. L’ho afferrata con l’intento di portarla fuori da quel luogo incontaminato per ripulirlo, come spesso faccio quando mi imbatto nei rifiuti lasciati da chi non ha a cuore la natura ma, a quel punto, lo scenario è cambiato. Avevo fra le mani una bomba! A prima vista era molto simile ad una SRCM Mod. 35 – precisa Antonini, che ha svolto il servizio militare nell’82° Reggimento fanteria aviotrasportata della Folgore e che quindi, a metà degli anni ’60, ha usato ordigni del genere -, una granata di nuova generazione di bombe a mano con le quali il Regio Esercito affrontò la seconda guerra mondiale. È tuttora operativa nell’Esercito Italiano. La SRCM Mod. 35 è una bomba a mano di tipo offensivo, che disperde schegge leggere, letali in un raggio inferiore rispetto alla distanza massima alla quale viene lanciata. Copre l’avanzata del lanciatore senza bisogno per questi di cercare riparo”. Trovandosi con una granata in mano, Antonini se l’è vista brutta. “Anche perché – aggiunge il settempedano – ho notato che l’ordigno non aveva più la linguetta, quindi poteva esplodere da un momento all’altro. Con estrema cura ho rimesso la bomba sul punto in cui l’avevo trovata, vicino ad un albero, dove mi sono accorto che, quasi coperta dal muschio, c’era un’altra bomba a mano, di colore grigio, che si mimetizzava molto bene con il sottobosco, del tipo cosiddetto ananas per la somiglianza con il frutto. La seconda bomba aveva ancora la sicura ad anello. Di “ananas” ne ho maneggiate diverse nelle esercitazioni durante il periodo di leva. Allora ho impresso bene in mente il luogo preciso dove ho fatto il ritrovamento, evidenziando le due granate con un solco perimetrale. Dopodiché sono tornato a casa ed il giorno seguente ho avvertito i carabinieri della locale stazione. Gli stessi, con l’ausilio della Polizia municipale per individuare l’esatta ubicazione della zona, hanno effettuato un sopralluogo per poi far tornare gli artificieri che hanno rimosso i due oggetti altamente pericolosi”. Alla fine del racconto Antonini non ha potuto fare a meno di chiedersi chi possa aver portato lì le bombe. Sono reperti dei partigiani risalenti al secondo conflitto mondiale? Oppure oggetti di un eventuale collezionista divenuti ingombranti? Interrogativi ai quali stanno tentando di dare una risposta i militi dell’Arma.

Luca Muscolini

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