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Il manifesto di questa edizione
Il manifesto di questa edizione

Ecco il Blues: una sola data in città per la 25^ edizione

Otto date, fino a Ferragosto, in sei diverse città del Maceratese – Pollenza, Matelica, San Severino, Gagliole, Treia e Cingoli – con la “puntata” oltre confine per una serata a Cupramontana. Star del cartellone: il gruppo inglese Nine Below Zero, che sarà il clou del festival, in Piazza del Popolo, a San Severino. Questa, in sintesi, la venticinquesima edizione del festival “San Severino Blues”, apertasi già lo scorso 9 luglio con un’anteprima a Pollenza di Lurrie Bell in occasione della tradizionale mostra dell’antiquariato e dell’artigianato artistico. Il prossimo appuntamento è per mercoledì 20 luglio, sempre a Pollenza (in Piazza della Libertà), con Daniele Tenca. Poi, il giorno successivo – giovedì 21 luglio – la rassegna si sposta a Matelica (Piazza Enrico Mattei) per il concerto dei “Moreland & Arbuckle”. Quindi, ecco l’approdo a San Severino – mercoledì 27 luglio – con la “chicca” di questa edizione che porta in piazza il blues rock dei Nine Below Zero. Neppure il tempo di rifiatare ed ecco, giovedì 28 luglio, la serata alla Rocca Varano di Gagliole che vedrà protagonisti James & Black. Il sesto appuntamento arriva il 3 agosto, a Treia (in Piazza della Repubblica), con “Miss Eliana”; poi, il 13 agosto la tappa a Cupramontana con Demian Dominguez (in Piazza IV Novembre) e, infine, la chiusura a Cingoli nel giorno di Ferragosto (in Piazza Vittorio Emanuele II) con “Nora Jean Bruso”. Questo il cartellone. Di volta in volta, entreremo nel dettaglio dei concerti presentando i protagonisti e la loro musica.

Fin qui la notizia.

In questi giorni il “San Severino Blues” è stato al centro di una serie di considerazioni politiche – di cui, in parte, abbiamo dato conto – di fronte alle quali è intervenuto anche il direttore artistico Mauro Binci per spiegare le ragioni che avevano fatto partire il festival con la serata di Pollenza (9 luglio) ancor prima che venisse divulgato l’intero cartellone della rassegna (leggere altri articoli nella sezione Elezioni comunali).

Ora i commenti.

La rassegna è nata 25 anni fa per iniziativa dell’allora assessore alla Cultura, Claudio Scarponi: “Ricordo che partimmo con questa idea assieme allo stesso Binci e a Rodolfo Craia – racconta Claudio – legandoci alle iniziative dello Sferisterio di Macerata. Poi, nel corso degli anni, il festival è cresciuto, si è consolidato , ha portato a San Severino artisti di fama internazionale e si è affermato come uno degli eventi di settore più importanti del centro Italia. Tutte le Amministrazioni comunali che si sono succedute in questi 25 anni hanno contribuito alla sua crescita, cogliendone il valore promozionale per l’immagine della città. Ora, da parte dei neoeletti, sembra che ci siano perplessità, dubbi. Quale futuro, allora, per questo festival? L’interrogativo è legittimo perché avrebbero potuto sfruttare al massimo l’edizione numero 25 – un traguardo di rilievo – e invece c’è una sola data per San Severino-capofila, il minimo storico! L’assessore alla Cultura, Vanna Bianconi, parte molto male: così si fa un danno a tutta la città, è una scelta politica miope. E da parte di un sindaco che gira il mondo non me lo aspettavo. Spero che si metta in cantiere dell’altro per celebrare degnamente questo anniversario e che si torni a credere sul Festival blues perché sarebbe un grave errore perderlo, gettando al vento una storia come la sua“.

Raramente facciamo interventi personali, stavolta però ci sentiamo di poter dare un contributo alla riflessione.

Due sono i punti di debolezza: i soldi per finanziare la rassegna; le scelte (legittime) per il cartellone dell’estate. E due i punti di forza: il fatto che il festival sia riuscito a ritagliarsi un contesto di livello regionale; il fatto che si sia aperto al territorio.

C’è stato un tempo in Provincia in cui si ragionava sul fatto che i fondi per finanziare tutto non c’erano più. Bisognava selezionare delle eccellenze provinciali e puntare su quelle, evitando doppioni: la lirica allo Sferisterio, il teatro antico a Urbisaglia, la musica da camera a Camerino, la danza a Civitanova, il blues a San Severino… Poche rassegne, di qualità, differenziate, da sostenere nel Maceratese. C’è stato poi un tempo in Comune in cui le casse pubbliche sono finite in rosso per il taglio dei contributi statali o regionali. Da lì l’esigenza di aprirsi al territorio e condividere le spese del Blues con i centri vicini per fare sinergia su un progetto unico che mantenesse un certo livello di qualità, con il logo-principe di San Severino.

Oggi, in un’epoca di crisi strisciante, è assai difficile dirottare risorse pubbliche su quelli che non sono servizi essenziali. Questo è vero. Motivo per cui è bene rimanere in rete e, laddove possibile, aprire le porte al nuovo mecenatismo, come sta facendo lo Sferisterio di Macerata.

Sarebbe allora un grave errore gettare alle ortiche qualcosa che di strada in tale direzione ne ha fatta molta e potrebbe farne ancora in un’ottica di miglioramento. Adesso come adesso, partire da zero sarebbe davvero tanto più difficile.

A meno che non ci sia un’idea vincente, un progetto alternativo capace fin da subito di attrarre maggiori risorse garantendo un ritorno di immagine ed economico per San Severino di più rilevante portata. Ma questo, al momento, non è dato sapere (anche perché la nuova Amministrazione si è appena insediata) e attiene alla “politica” socio-culturale e turistica di cui accennavamo all’inizio. Staremo a vedere…

Mauro Grespini

 

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