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Da sinistra: il direttore Paolucci, il sindaco Martini, l'on. Irene Manzi e l'assessore Simona Gregori
Da sinistra: il direttore Paolucci, il sindaco Martini, l'on. Irene Manzi e l'assessore Simona Gregori

S. Severino “capitale dell’arte”, Paolucci ambasciatore

“Continuerò ad essere ambasciatore di San Severino capitale dell’arte anche perché questa città è stata la mia stella polare”. Il più grande comunicatore e storico dell’arte d’Italia, il professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, già ministro per i Beni Culturali e Ambientali e soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, ha avuto giusto il tempo di scendere dal palco del teatro Feronia, dove ha tenuto un’applauditissima lectio magistralis che ha preceduto l’inaugurazione del riallestimento generale e dei nuovi percorsi dedicati all’arte del Barocco presso la pinacoteca civica “Padre Tacchi Venturi”, per rinnovare la sua dichiarazione d’amore per la città dei Salimbeni, “pittori raffinati e sontuosi”. Di San Severino il celebre studioso aveva già parlato, in passato, come di una delle cento capitali dell’arte d’Italia paragonandola per grandezza a Milano, Venezia, Bologna, Palermo, Urbino, Napoli e poche altre città.
“Da giovane – ha raccontato Paolucci dal palco del Feronia – ho frequentato spesso questa zona dove ci sono tantissime opere importanti e meravigliose e dove c’è una piazza, quella Del Popolo, che è pura e melodiosa come una conchiglia. Uno storico dell’arte non può non conoscere la vostra pinacoteca”. Lo scrigno, che custodisce tesori dal valore inestimabile come la “Madonna della Pace”, considerata il capolavoro del Pinturicchio, o i polittici di Vittore Crivelli e dell’Alunno insieme ai capolavori di Allegretto Nuzi, Lorenzo d’Alessandro, Paolo Veneziano e Bernardino di Mariotto, adesso si presenta sotto una luce e con una tinta tutta nuova, opera creativa dell’architetto Luca Maria Cristini, progettista degli interventi finanziati dal Comune e dal Gal Sibilla, e dall’architetto Alessandro Marchi, che dell’allestimento è stato direttore scientifico.
Il taglio del nastro della rinnovata Pinacoteca civica è stata una festa per la città. I settempedani hanno affollato quelle che sono state ribattezzate come le “liete stanze” il giorno dell’apertura e il giorno successivo pur di non perdersi lo spettacolo unico che ha emozionato centinaia e centinaia di persone. Un bagno di folla ha accolto il professor Paolucci per la prima visita guidata alla raccolta.
“Questa inaugurazione – ha detto felicissimo il sindaco Cesare Martini – giunge a coronamento di una serie di tappe che abbiamo raggiunto in un lungo viaggio nel mondo della cultura che abbiamo saputo intraprendere con l’Amministrazione nei dieci anni del mio mandato e dove ci sono stati importanti successi e felicissimi traguardi come quelli tagliati da “i Teatri di Sanseverino” passando per la riapertura di tante chiese, dal Glorioso al Duomo Antico, senza dimenticare una mostra, quella dedicata a “Le meraviglie del Barocco nelle Marche” che ha contato più di 30mila presenze in sei mesi d’apertura. Abbiamo ereditato tante cose belle, speriamo di averle sapute custodire bene e di averle fatte conoscere – ha anche detto il primo cittadino, aggiungendo – Nella Pinacoteca si è lavorato per rendere tutto ancora più bello ma anche, e soprattutto, più fruibile pensando alle persone con difficoltà cui abbiamo destinato un percorso tattile realizzato in collaborazione con il Museo Omero. Rendere la cultura pane quotidiano, e non solo per smentire chi ha detto che “con la cultura non si mangia”, è stato da sempre uno dei mandati guida di questa Amministrazione che in dieci anni mi sono onorato di guidare”.

Martini ha ringraziato i predecessori, Vittorio Sgarbi e Fabio Eusebi per le mostre realizzate in una stagione di grandi mostre unica in Italia, senza dimenticare gli assessori alla Cultura Alessandra Aronne e Gabriela Lampa. Il grazie particolare è poi andato al direttore artistico de “i Teatri di Sanseverino”, Francesco Rapaccioni, alla cui attività e proposta culturale ha mostrato grande attenzione lo stesso Paolucci. L’intervento del primo cittadino si è poi concluso con un semplice “grazie” indirizzato al direttore dei Musei Vaticani per la sua presenza e a tutti coloro i quali hanno lavorato per rendere la Pinacoteca civica “Padre Tacchi Venturi” realmente stupenda.
“Questa cerimonia – ha fatto eco alle parole del sindaco, l’assessore comunale alla Cultura, Simona Gregori – segna l’epilogo di un progetto che ha molto a che fare non solo con il rispetto del passato ma soprattutto con la progettazione del futuro. Il patrimonio artistico non è infatti solo un deposito passivo della memoria storica e dell’identità culturale, ma è più di ogni altra cosa uno stimolo per la creatività del presente e la costruzione del domani. Il nostro impegno è stato infatti quello di rinnovare e far crescere la cultura della cultura. Razionalizzando risorse, personale, uffici e mettendo a frutto il lavoro volontario di molti e meritevoli, abbiamo cercato di considerare questi luoghi della cultura, dei luoghi di consapevolezza civica, di educazione alla creatività e alla democrazia. Abbiamo quindi puntato sulla cultura come volano dell’economia per la crescita di questo nostro territorio e non solo perché abbiamo ritenuto, con gli operatori turistici della città, che la cultura e l’ambiente non fossero un lusso bensì uno stimolo potente per la capacità di crescita endogena, per l’innovazione e per il lavoro”. Citando Gadamer l’assessore Gregori ha poi sottolineato ancora: “La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande”.
La cerimonia di riapertura si è conclusa con la visita in Pinacoteca dove il professor Paolucci ha voluto accompagnare alcuni ospiti in un tour “Per queste liete stanze”, titolo scelto per i festeggiamenti e ripreso da un’opera teatrale scritta per lo Sponsalitio dei molto Illustri Signori Marc’Antonio Bruno et Barbara Margarucci nel XVII secolo da un autore sanseverinate, ignoto, appartenente all’Accademia della Florida.

Alla cerimonia sono intervenuti anche il segretario della commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, il direttore unico dei musei arcidiocesani, Pierluigi Falaschi, e i rettori di Unicam, Flavio Corradini, e di Unimc, Luigi Lacchè.

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