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"Il giovane favoloso"
"Il giovane favoloso"

Il film su Leopardi apre la rassegna al “San Paolo”

La pellicola di Mario Martone “Il Giovane Favoloso” sulla vita del poeta recanatese Giacomo Leopardi, apre giovedì 22 ottobre, alle 21 (con replica venerdì 23 ottobre alla stessa ora), la nuova stagione cinematografica che “i Teatri di Sanseverino” propongono al San Paolo. La proiezione, in abbonamento ma aperta a tutti (5 euro il costo fuori abbonamento), è rivolta poi anche alle scuole locali con proiezioni al mattino fino a sabato.

Il film di Martone, di cui sono protagonisti Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglais e Valerio Binasco, inizia con tre bambini che giocano dietro una siepe nel giardino di una casa austera: sono i fratelli Leopardi a Recanati e la siepe è una di quelle oltre le quali Giacomo cercherà di gettare lo sguardo, trattenuto nel suo anelito di vita e di poesia da un padre severo e convinto che il destino dei figli fosse quello di dedicarsi a uno studio “matto e disperatissimo” nella biblioteca di famiglia senza mai confrontarsi con il mondo esterno. Chi ne ha firmato la regia comincia a raccontare il “suo” Leopardi proprio dalla giovinezza a Recanati e in queste prime scene prende il via il contrappunto musicale che è uno degli elementi più interessanti del film.
Un salto temporale e ritroviamo Leopardi a Firenze, dove avvengono gli incontri con l’amata Fanny e l’amico Antonio Ranieri, entrambi fondamentali nel costruire la geografia emotiva del poeta. È del periodo fiorentino anche il confronto con la società intellettuale dell’epoca che, invece di cogliere la capacità visionaria di Leopardi in termini di grandezza artistica, ne intuisce la pericolosità in termini politici in quanto potenziale sabotatrice di quelle “magnifiche sorti e progressive” che il secolo cominciava a decantare. L’atto conclusivo, dopo una breve sosta a Roma, si svolge a Napoli, città per cui Martone prova un trasporto emotivo evidente nel vigore delle immagini (ma il segmento potrebbe estendersi meno a lungo). Alle pendici del Vesuvio si conclude la parentesi di vita di Leopardi: l’ultimo grido di disperazione è La ginestra.
Martone racconta un Leopardi vulnerabile e struggente, dalla salute cagionevole e con l’animo fragile, ma dalla grande lucidità intellettuale e dall’infinita ironia. Elio Germano presta mirabilmente al poeta voce e corpo: un personaggio che abbandona la dimensione letteraria e la valenza di icona della cultura nazionale per abbracciare a tutto tondo quella umana. La riscoperta dell’ironia leopardiana, intuibile nei suoi poemi e ben visibile nei suoi carteggi, è una potente chiave di rilettura moderna del poeta. “Abbiamo scelto questo film – spiega Francesco Rapaccioni, direttore artistico de “i Teatri di Sanseverino” – perché è un film assolutamente da vedere, per noi marchigiani e non solo”.

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