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San Severino vescovo: buona festa del patrono a tutti!

A tutti i settempedani: “Buona festa del patrono”. Oggi è la giornata dedicata a San Severino vescovo. Sono previsti la sveglia della città, alle 7, da parte dei tamburini dell’associazione Palio dei castelli; alle 11 una messa solenne al duomo del Castello, dove è conservata l’urna del santo; e, infine, alle 21, il tradizionale corteo storico della rievocazione che, partendo dallo stadio comunale, procederà lungo le vie del centro per arrivare in Piazza del Popolo con i suoi più di mille figuranti.

In omaggio al patrono, ecco alcune note storiche sulla sua vita, tratte da “San Severino terra di santi”, a cura dell’Archeoclub di San Severino e della Biblioteca comunale “F. Antolisei”.

Severino era nato a Septempeda da nobile famiglia cristiana alla fine del V secolo. Le poche notizie che si hanno di lui sono derivate da una “Vita” scritta tra il VII ed il IX secolo, ripresa in un rifacimento tardivo che amplia ed arricchisce di episodi l’antico testo, già leggendario, a scapito della verità storica.
Dalla “Vita” sappiamo che Severino, insieme al fratello Vittorino, alla morte dei genitori rinunciò ad un’esistenza facile ed agiata e si spogliò di tutti i suoi beni per darsi ad una vita di solitudine, di preghiera e di penitenza sul Monte Nero.
Per la sua fama di santità il clero e il popolo, morto il vescovo di Septempeda, lo elessero suo successore, e tale fu ordinato a Roma da Papa Vigilio. Morì un 8 gennaio mentre i Goti muovevano alla conquista del Piceno.
La “Vita” manca di ogni riferimento cronologico, ma tutta la tradizione locale pone i termini del suo episcopato tra il 540 e il 545. Sempre secondo la tradizione, il suo corpo venne sepolto nella cattedrale di Septempeda e occultato sotto un altare laterale al sopraggiungere dei Goti. Fortuitamente ritrovato nel 590, fu portato il 3 novembre di quell’anno nel nuovo abitato di Monte Nero, che da lui prenderà il nome, in un luogo sacro sull’area in cui il santo aveva vissuto vita eremitica.
La chiesa, costruita per concessione del vescovo Eudo nel 944, sarà poi ingrandita ed abbellita e solennemente consacrata l’8 giugno 1198.
Le spoglie del santo, nuovamente occultate nel 1197 per il timore di profanazioni, furono ancora una volta ritrovate il 15 maggio 1576 durante i lavori di ampliamento del presbiterio.

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