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Nel riquadro la mamma Deborah
Nel riquadro la mamma Deborah

Tragedia di Natale: mamma uccide il bimbo a coltellate

Una mamma 38enne, Deborah Calamai, ha ucciso il figlio di 13 anni, Simone, a coltellate sul pianerottolo di casa. E’ successo la vigilia di Natale, in via Zampa, nel grande condominio all’angolo con viale Varsavia: una tragedia immane consumatasi alle fine della cena, più o meno verso le ore 21. La donna, originaria di Firenze, arrivata nelle Marche dopo il matrimonio, è stata arrestata per omicidio e ora si trova nel carcere di Camerino.

Secondo una prima ricostruzione fatta dai carabinieri, il bambino – con i genitori separati e in affidamento congiunto – questa settimana doveva stare con la madre, ma il giorno della vigilia avrebbe più volte telefonato al papà dicendogli di venirlo a prendere perché voleva stare con lui e con i nonni. Quando il padre è arrivato la tragedia si era già consumata.

Dopo la cena la mamma, nel pensiero folle di poter perdere il figlio, è stata colta da raptus improvviso, ha rincorso il bambino per la casa e lo ha ucciso a coltellate sul pianerottolo mentre fuggiva. Il bambino è stato trovato fuori dalla porta senza vita, colpito da 9 coltellate, di cui 4 al torace, una dritta al cuore.

Nella disperazione più profonda il padre Enrico Forconi, 43 anni, operaio in una azienda di San Severino. Quando è arrivato, il ragazzino era ancora disteso sul pianerottolo al secondo piano della palazzina in un lago di sangue. La madre invece è stata trovata davanti casa, seduta su una panchina all’aperto, che gesticolava e farfugliava frasi strane.

Da qualche tempo, dice una vicina di casa, non stava bene. È stata vista camminare sola per strada, vestita con abiti leggeri in pieno inverno, gli occhi disperati. Era seguita dai servizi sociali, era precaria, aveva una borsa lavoro in una casa di cura per anziani. Nonostante il disagio che si percepiva a incontrarla nessuno, tra vicini e parenti, poteva immaginare un gesto così orribile su un bambino buono e affettuoso, com’era Simone, frequentante la terza media all’Istituto comprensivo “Tacchi Venturi” di San Severino.

I genitori di Simone erano separati dal 2010: il padre aveva chiesto l’affidamento esclusivo e l’udienza era fissata a breve.

La madre è stata tutta la notte nella caserma dei carabinieri, ma non è riuscita a dire nulla. Alle 2 di notte è arrivato il medico che l’ha visitata e le ha dato dei sedativi per il forte stato di choc. Alle 4 sono usciti i difensori, gli avvocati Simona Tacchi e Mario Cavallaro, che non hanno rilasciato dichiarazioni. Sono stati sequestrati un grosso coltello da cucina e i vestiti insanguinati.

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