“Per il proprio paese e per la sua millenaria cultura non servono milioni di euro e grandi parolone, servono grandi progetti e tanta passione. Ma soprattutto servono uomini e donne che con molti sacrifici lottino per le proprie origini e tradizioni. Questi siamo noi che come altre poche migliaia di persone in tutta Italia, hanno scelto di sacrificare tempo e denaro per una cultura differente, che punta ai valori e alle nuove generazioni”. Sono le parole di Matteo Diamantini, ideatore – assieme a Cecilia Paciaroni e Giacomo Diamantini – del progetto “La storia toccata con mano”. Parole ispirate dal successo della recente trasferta a “Usi e costumi”, importante fiera dedicata alla rievocazione storica, tenutasi la scorsa settimana a Ferrara: lì, per il secondo anno consecutivo, l’attività di Cecilia, Giacomo e Matteo era presente con uno stand. “La storia toccata con mano” è un progetto che affronta la storia antica con un piglio innovativo. Alla base di tutto c’è la convinzione che la nostra cultura e le nostre radici vadano riscoperte, usando come mezzo non solo i libri, ma anche gli occhi, il naso, le mani: un approccio pratico alla storia, che permette di calarsi nell’atmosfera della civiltà picena o dell’antica Roma. Così si apprende meglio e in modo più piacevole. “La storia toccata con mano” propone un vasto ventaglio di laboratori didattici, pensati per i bambini ma fruibili in realtà da tutti, dedicati alle tappe più antiche della nostra civiltà: Preistoria, epoca picena, epoca romana, Medioevo. Il luogo dedicato è un’installazione permanente, visitabile presso il Museo archeologico di San Severino; ma i tre ragazzi (tutti sotto i trent’anni) lavorano molto anche nelle scuole e nei siti archeologici del nostro territorio. Agli ideatori del progetto piace parlare, più che di rievocazione storica, di ricostruzione storica: nelle stanze della mostra è possibile maneggiare giavellotti, punte in selce, abiti piceni, armi e mosaici romani. Con una particolarità: non sono autentici, ma riprodotti usando fedelmente le tecniche antiche. Così, anziché osservare gli oggetti attraverso una teca, tutto può essere “toccato con mano”: un’esperienza che non si sostituisce a quella del museo, ma che la completa, valorizzandola. Tutto questo è stato portato a Ferrara, per far conoscere a un più ampio raggio di persone il comune di San Severino e la sua offerta culturale. Presente anche il Ludus Picenus (Compagnia Grifone della Scala), che è stato chiamato a dare un saggio di combattimento gladiatorio. Il messaggio che emerge da questa trasferta è essenzialmente uno: sinergia. Se davvero si desidera fare del turismo un’esperienza di livello, allora c’è bisogno che la cultura museale, la valorizzazione del territorio e la rievocazione storica partecipino a un progetto comune. Soprattutto, c’è bisogno che passato e futuro convivano: promuovere un turismo che ripropone la Storia non dev’essere una scusa per agire secondo schemi ormai superati, ma una sfida per rinnovare e per rinnovarsi.
Alessandra Rossi