Home | Attualità | La verità di Sandro Teloni sul “caso” della Maceratese
Euro Net San Severino Marche
Sandro Teloni assieme alla Tardella
Sandro Teloni assieme alla Tardella

La verità di Sandro Teloni sul “caso” della Maceratese

“La mancata collaborazione tra Maceratese e Settempeda non è sicuramente colpa mia ed è decisamente una grossa occasione persa per far spiccare un grande salto di qualità all’intero calcio maceratese e marchigiano grazie al supporto di un colosso come la società argentina Vision Sport, che vede come soci mio cugino Daniel Luzzi, il nazionale e campione del mondo a Messico 1986 Ricardo Giusti e Daniel Sperandio, quest’ultimo campione del Mondo Under 20 in Giappone con Diego Armando Maradona. Ho dedicato 3 mesi interi per convincere la Vision Sport a portare il football biancorosso a festeggiare il centenario della fondazione in serie B. Tutto questo a marzo 2014 era il grande punto di forza per me e per Maria Francesca Tardella… mentre oggi appare incredibilmente un punto di debolezza”.

Sono le prime dichiarazioni di Sandro Teloni, ex presidente della Settempeda e per pochi giorni co-presidente della Maceratese con Maria Francesca Tardella, dopo l’avvenuto annuncio da parte dell’attuale numero uno della società biancorossa del capoluogo di andare avanti da sola.

Ecco la nota completa di Teloni.

“La signora Tardella ha detto cose non vere che hanno leso la mia onorabilità, tanto che il mio avvocato sta valutando di procedere legalmente nei suoi confronti, una via da me mai percorsa prima, al contrario di altri…”.

“Sono state dette bugie inaudite come, ad esempio, l’essere da parte mia socio della Vision Sport. In realtà mai sono stato socio della Vision Sport nonostante l’invito da parte di mio cugino di collaborare, visti anche gli altri interessi imprenditoriali in comune, ma dopo questa vicenda, che ha fatto perdere 6 mesi di tempo non solo a me ma anche alla Vision Sport, mi sento in dovere di ricambiare e sostenere il loro lavoro in Italia qualora volessero ancora espandersi.

Altra falsità che il sottoscritto non voleva concedere gli abbonamenti, in realtà solo idea e opera della Tardella, dovuta al suo astio nei confronti dei tifosi per il loro comportamento a fine campionato. Inoltre il fatto che non ci fosse un accordo scritto tra le parti. L’accordo esiste, redatto da un avvocato, basato su 14 punti e firmato da me e da Maria Francesca Tardella il 5 luglio 2014. Sono stato accusato di voler imporre Burgos per Benfatto di cui so solo che è il capitano biancorosso e ho di conseguenza il massimo rispetto. Mai personalmente mi sono intromesso nelle scelte tecniche e Burgos era stato chiamato soltanto per fare la quarta pedina di difensori centrali. I ragazzi della Maceratese se ne sono andati dal ritiro di San Severino di loro iniziativa perché secondo la presidente il luogo non era accettabile, mentre in realtà la location era stata visionata ed approvata da mister Magi. I ragazzi sono stati indirizzati ad andarsene e tornare a Macerata dopo un monologo al veleno di 48 minuti da parte della Tardella contro chi fino al giorno prima l’aveva aiutata, supportata e soprattutto sopportata. È fatto gravissimo e inaccettabile dichiarare alla stampa che io non abbia messo soldi in questo accordo e che non c’è niente di scritto tra le parti. In realtà c’è la scrittura preliminare in 14 punti, firmata da entrambi e discussa alla presenza del consulente di fiducia della Tardella, e che prevedeva che ciascuno di noi avrebbe inizialmente pagato i costi delle rispettive società, aprendo due nuovi conti correnti per tutte le entrate e le uscite della nuova stagione 2014/2015, uno per la Maceratese e uno per la Settempeda e al momento dell’atto notarile avremmo fatto le dovute compensazioni. Questo perché eventuali debiti pregressi delle due società, ovviamente, dovevano essere appianati dalla presidenza in carica fino a quel momento. La Tardella ha preso le sue decisioni unilateralmente, proprio al momento della mia partenza da Buenos Aires, quando per me era impossibile dire la mia e portare chiarezza alle tante calunnie. A mio avviso in questo modo Maria Francesca Tardella non solo è venuta meno agli accordi scritti ma, fatto ancor più grave, è venuta meno alla sua dignità e moralità. Ciò che più mi addolora è la strategia superficiale ed emotiva da lei usata e verificare l’ennesima mancanza di correttezza, di onestà intellettuale e soprattutto la mancanza di rispetto verso le persone. Io non ho scheletri nell’armadio e tutto quello che dichiaro è documentabile, come ad esempio è palese la grave scorrettezza, con il suo recente comportamento, di Maria Francesca Tardella di venir meno al punto (5) del nostro accordo che cito testualmente:

5) I soci si impegnano sin dalla firma del presente accordo al patto di riservatezza, non divulgando le notizie riservate di qualsiasi natura che sono di pertinenza della società Maceratese e nel contempo si impegnano per tutto il periodo in cui saranno soci della società, a non rilasciare dichiarazioni a terzi, stampa ecc. che non siano preventivamente concordate tra i soci stessi e non siano univoche della volontà di entrambi e della società stessa. Anche dopo l’acquisto delle quote della Maceratese entrambi i soci dovranno concordare tutte le dichiarazioni pubbliche, di modo che la versione ufficiale su tutti i fatti sia sempre univoca. Gli obiettivi che la nuova compagine sociale della Maceratese vorrà raggiungere saranno divulgati solo quando entrambi i soci lo avranno deciso. L’obiettivo primario sarà quello di portare la società Maceratese al livello professionistico, ma tale notizia non dovrà essere divulgata alla stampa se non su accordo di entrambe le parti. Entrambi i soci dovranno mettere in campo tutta la loro esperienza e conoscenza per raggiungere tale obiettivo.

“Sono stato invitato a gennaio 2014 dalla Tardella a casa sua, dove mi chiese di prendere il suo posto come presidente della Maceratese perché lei ne aveva abbastanza e forse avrebbe scelto di calcare il palcoscenico della politica. Rifiutai, ma dietro sue insistenze pensammo successivamente a una collaborazione a tre soggetti: lei, io e mio cugino Daniel Luzzi con la sua Vision Sport Argentina. La Tardella avrebbe dovuto compartecipare al 50%, io e Luzzi al restante 50%. Per ben due volte, considerati i cambi di umore e la mancanza di progettualità oltre che di programmi della Tardella, avevo deciso di non concretizzare la nascita di un soggetto comune. Sono tornato per due volte sui mei passi per le insistenze e drammaticità dell’attuale presidente della Maceratese. I patti, come da accordi firmati il 5 luglio scorso, prevedevano l’acquisto del 50% da parte mia delle quote della S.S. Maceratese s.r.l. e la stessa cosa avrebbe dovuto fare Tardella perché attualmente la proprietà è in mano ad altri soggetti, cito testualmente la parte cruciale in questo accordo prima dei 14 punti firmati da entrambi:

“…le parti si impegnano entro il mese di settembre 2014 ad acquisire la quota del 50% ciascuno della Maceratese dagli attuali soci, i quali hanno manifestato la volontà di vendere le quote; tale atto di acquisizione avverrà per mezzo di atto notarile entro il mese di settembre 2014…”.

Nell’accordo è scritto che sarebbero stati di mia responsabilità l’intero assetto amministrativo, il settore commerciale, la razionalizzazione delle risorse economiche e umane con persone anche di mia fiducia. La Tardella si sarebbe dovuta occupare del settore tecnico della prima squadra e del settore giovanile con un direttore sportivo interno scelto in collaborazione con la Vision Sport (attualmente nella persona di Agustin Marioni, ndr) che, per inciso, è un’impresa che da 25 anni opera principalmente nel calcio sudamericano occupandosi di scouting, intermediazione, con una serie di giocatori di ottimo livello ed è responsabile del Boca Unidos, squadra militante in Argentina in serie B e attualmente in corsa per la serie A, oltre a essere mio cugino da molti anni Agente FIFA. Più volte la stessa ha ribadito la sua assoluta disponibilità ad accettare quanto necessario per entrare nel settore professionistico, quindi una struttura organizzativa diversa rispetto all’attuale, mirata a categorie superiori. Tutto questo fino al 7 agosto…

Se la Tardella ci avesse ripensato, non volendo attenersi al solo ruolo di presidente, lasciando i piccoli dettagli tecnici al team manager, perché non lo ha detto subito chiaramente oppure al momento del mio arrivo in Italia? Avrebbe potuto aspettare l’8 agosto e comunicarmi le sue volontà e immediatamente avremmo fatto un passo indietro. Non ci sarebbero stati problemi. Io non ho mai preteso o richiesto quote societarie della Maceratese. Nonostante avessi percepito fin da subito la difficoltà di coesistenza caratteriale con l’attuale presidente, a seguito di due sue e-mail con dichiarate promesse di cooperazione, una dell’8 luglio e una dell’11 luglio, mi ero reso disponibile a entrare in società, pur non avendo mai avuto la possibilità dallo studio Pingi di visionare la situazione contabile della Maceratese s.r.l. con cui avrei dovuto legare le sorti. Mi sono erroneamente basato sul nostro rapporto di fiducia e sul desiderio di voler realizzare questo fantastico, nuovo e unico progetto per la Maceratese. Ciò che oggi anche mi rattrista è che la Settempeda esce penalizzata in questo inizio stagione per le mie eccessive attenzioni rivolte alla Maceratese. Ho donato alla Tardella 6 mesi del mio lavoro per ricevere in cambio offese e bugie inaudite e, ovviamente, i soldi per le spese logistiche a coloro chiamati in causa – vedi Lazzarini, Capellino e Burgos, fatti atterrare in Italia, nonché il team manager Marioni e altri miei importanti collaboratori, tutti tagliati e orientati a risolvere problematiche organizzative della segreteria Maceratese – esplosi nei mesi di giugno e luglio, ma questo è un altro argomento…

Personalmente ho fatto un grande, imperdonabile errore. Tardella e il suo consulente di fiducia mi hanno spinto ad ufficializzare questo accordo prima del reale passaggio delle quote societarie perché, a loro dire, la città aveva bisogno di vedere un socio che mai, in questi anni di presidenza Tardella, si era presentato. Chiedo scusa ai sindaci Romano Carancini e Cesare Martini per averli coinvolti alla conferenza stampa al municipio di Macerata che ha sancito la nascita di una sinergia poi non concretizzata.

Ringrazio in particolare il primo cittadino di Macerata per la sua costante disponibilità e l’atteggiamento collaborativo che ha dimostrato nei miei confronti e soprattutto nei confronti della Maceratese, a differenza di come mi era stato dipinto e mi dolgo ancora per la mancata possibilità di far crescere il calcio maceratese che sarei stato lieto di salutare in serie B, a coronamento del progetto di otto anni che avrebbe dovuto vedere la Maceratese stabilmente fra i Cadetti in occasione del centenario dalla fondazione. Resto comunque disponibile a fornire ulteriori spiegazioni e tutta la documentazione necessaria e sufficiente per spiegare agli organi di stampa ed ai tifosi i motivi della mancata concretizzazione di un progetto al quale ero e sono convinto poteva determinare il vero grande salto di qualità per la S.S. Maceratese.

Auguro ai tifosi di poter gioire per l’ingresso della S.S. Maceratese in serie C in questa stagione e un sincero buon lavoro e divertimento a Luciano Pingi e Maurizio Gagliardini ed all’intero staff di M.F. Tardella”.

Centro Medico Blu Gallery