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Amarcord a Serrapetrona
Amarcord a Serrapetrona dei mitici protagonisti di quell'impresa

Vinsero Coppa Italia Milan Club: amarcord dopo 30 anni

Si sono ritrovati 30 anni dopo ed è stato come se la vittoria fosse stata conseguita ieri. La formazione dei Giovanissimi della Settempeda (classe ’69-’70-’71) che nel 1985 vinse a Milanello la Coppa Italia per Milan Club ai rigori ai danni della Rescaldina Milano nel corso del famoso Rivera Day, dopo aver fatto fuori il Bari ad Ortona in semifinale, si è radunata nel maestoso complesso sovrastante la distesa di vigneti di Mauro Quacquarini, a Serrapetrona, con tanto di maglia ufficiale di gara sfoggiata nella finalissima del 23 giugno e prestigiosa coppa vinta al termine di quell’epico incontro. I “ragazzi”, “con qualche capello in meno”, fa notare la coetanea Raffaella Montedoro, attuale presidente del Milan Club San Severino (“che insegue quota 250 tessere da sottoscrivere per la stagione entrante”), ma con la stessa voglia di vivere e vincere di allora, hanno raccolto l’appello di mister Remo Travaglini ed hanno festeggiato con lo stesso, gli accompagnatori Nando Montedoro, ex presidente del Milan Club degli anni ’80, appunto la figlia Raffaella e Luciano Mengani, per molti anni segretario della Settempeda. Hanno rivissuto le gesta di quel giugno radioso tra gustosi prodotti locali e brindisi di verdicchio e vernaccia: Paolo Arcifava, insuperabile portiere di allora con il secondo Luca Gentili (che poi invece fece carriera, approdando in serie A con il Bari, lo scorso anno è stato il preparatore dei portieri a Latina dove ha sfiorato la promozione in serie A, superato solo dal Cesena ai play-off); Antonio Cocchi, Rino Pelati, Daniele Rocchi (assente giustificato), Litano Spoletini, Mauro Quacquarini, Emanuele Ruggeri (bandiera della Settempeda ancora in campo, “anche se quella finale non la giocai da mediano ma da ala destra”), Marco Travaglini (ex gladiatore della Maceratese di Massimo Silva, autore di uno strepitoso gol a Civitavecchia che probabilmente solo lo scrivente questo articolo, fra i concittadini, ebbe modo di apprezzare dal vivo), Boris Giachetta, Gianluca Bartoloni, Gianfranco Tavoloni, Luca Rossi (che ha ricordato, lavagnetta alla mano, il mitico 4-3-2-1 di Remo Travaglini quando non si faceva degli schemi una mania come ora), Paolo Fraticelli, con i “prestiti” di quell’avventura Michele Palazzi ed i civitanovesi Samuele Sopranzi e Simone Marcantoni. Questi ultimi due hanno porto il saluto a distanza. Una bella serata tra sfottò, aneddoti ed struggenti ricordi. Su tutti ha tenuto banco la diatriba sui rigori che consentirono ai 14enni biancorossi della Settempeda di allora di alzare la 14^ Coppa Italia dei Milan Club grazie al 6-3 finale dopo il 2-2 dei tempi regolamentari firmato da Sopranzi e da un calcio di punizione dai 25 metri dell’ispirato Marco Travaglini, figlio di mister Remo. “Uno l’ho realizzato io – ha azzardato Cocchi – ma forse era quello della semifinale di Ortona”. Gran parte del gruppo, pur riconoscendo le indubbie capacità di mastino al tonico Cocchi, ha espresso qualche dubbio sulle sue qualità di rigorista. E giù risate! Nando Montedoro, che a lungo ricoprì la carica di presidente del Milan Club San Severino di allora, ha ricordi vividi: “Il sindaco Adriano Vissani, di fede rossonera, ci mise a disposizione uno scuolabus ed il pernotto gratuito dai Martinitt di Milano. Fu un trionfo. L’arbitro ce ne fece di tutti i colori riuscendo a far pareggiare i lombardi nel secondo tempo, ma super Arcifava sbarrò la strada anche ai rigoristi avversari dopo aver furoreggiato per tutta la finale. Fu un’esperienza indimenticabile. Ricordo anche la presenza dello scomparso Argenio “Cecio” Viola, storico custode della Settempeda, che ci seguì come magazziniere. Non raggiungemmo più una tale vetta a livello di risultati. “Se devo ricordare una pagina determinante della mia carriera – gli fa eco il “motorino” Michele Palazzi, ex centrocampista di Maceratese e Tolentino – non posso che citare quella vittoria. Avevamo con noi anche un uomo d’area come il futuro Civitanovese Samuele Sopranzi, punta sopraffina”. “Che – ricorda a sua volta Montedoro – venne a Milano in Fiat 600 con il padre dopo un’altra finale vinta poche ore prima. Stoico!”. È finita con i calici alzati, per la regia del padrone di casa Mauro Quacquarini e consorte, genitori di 5 stupendi bambini. Mauro, raggiante per la brillante rimpatriata, ha rilanciato con il fervido desiderio di ritrovarsi tutti con la stessa allegria fra trent’anni.

Luca Muscolini

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