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Bruno Spaccia assieme a Paolo Pachetti
Bruno Spaccia assieme a Paolo Pachetti

Lo chef Bruno Spaccia crea opere d’arte con la frutta

Potremmo definirlo un moderno Fidia. Sì, uno scultore dei tempi moderni, non attratto da bronzo, marmo o altre pietre, bensì dalla frutta. In questo campo lui è davvero un artista sorprendente perché la sua mano non si limita al tradizionale fruit carving, va ben oltre grazie al “metodo Papillon”. Parliamo di Bruno Spaccia, 31 anni il prossimo 1° maggio, settempedano doc. Oggi lavora come assistente tecnico di cucina all’Istituto alberghiero “Varnelli” di Cingoli, ma da sempre ha la passione per l’arte culinaria a 360 gradi. “Ho fatto per lungo tempo l’aiuto cuoco al ristorante Cavallini – racconta Bruno – e, fin da ragazzo, mi hanno appassionato le sculture di frutta per decorare la tavola di buffet e cerimonie. In genere si usano meloni, angurie, zucche, carote, rape rosse, zucchine. Una volta feci una grande fontana utilizzando cinque grandi zucche”. Ma Bruno è andato oltre. Si è specializzato e ora è uno dei pochi nelle Marche a seguire il “metodo Papillon” ideato da Paolo Pachetti, barman di fama internazionale che gestisce a Livorno un bellissimo locale, appunto il “Papillon”. “Prima ero un autodidatta – dice –, poi ho seguito un corso con Pachetti dove ho imparato questa tecnica nuova. C’è differenza con il fruit carving: questo, ormai tradizionale e noto a tutti, si basa sul togliere materiale da frutta e verdura per creare, in pratica, dei bassorilievi. Pensate alle angurie scolpite a mo’ di fiori o di volti umani… Con il metodo Papillon, invece, si realizzano opere aggiungendo parti nuove di altri frutti o vegetali. In tal modo la fantasia non ha limiti: puoi unire di tutto (agrumi, olive, ortaggi, prodotti esotici…) e, soprattutto, puoi dare espressività alle tue creazioni: leoni che ridono o draghi che intimoriscono, pesci e uccelli che fanno tenerezza. Un frutto vietnamita come il pomelo l’ho trasformato in un simpatico leone dagli occhi neri aggiungendo olive. Una serie di pesci sono nati dal connubio fra limoni e pompelmi rosa. Una testa di drago aveva i denti fatti con le mandorle… E così via! Le idee sono tante, ci si può davvero sbizzarrire”. Chi ha curiosità di scoprire le sue opere d’arte – non è esagerato definirle così – può consultare il sito www.brunospaccia.it oppure contattare Bruno tramite la sua pagina facebook. “Ci lavoro nel tempo libero – conclude – se mi chiamano gli amici per qualche cerimonia. Mi diverte molto, come fare i dolci, perché in entrambi i casi c’è un lato creativo che mi stimola. Per i 25 anni del Pino’s bar, ad esempio, ho fatto una composizione con pesci e pappagallo e, per uno di loro, mi sono ispirato a Pino… gli somigliava tantissimo. Ora ho in programma di seguire un altro corso con Paolo Pachetti, che ha il diritto d’autore sul metodo Papillon, per conoscere il segreto delle microsculture da cocktail. Non si finisce mai di imparare…”.

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