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L'intervento del presidente del Comitato, Marco Marchetti
Un intervento del presidente del Comitato, Marco Marchetti (foto del 2013)

Ospedale: ancora qualche spiraglio per il materno-infantile

La sala Aleandri non è riuscita a contenere le tantissime persone giunte al Feronia per seguire l’assemblea pubblica sulla sanità locale promossa dal Comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino. “C’era davvero un mare di persone – ha detto Mario Chirielli, uno dei promotori dell’iniziativa – a dimostrazione di quanto il problema sia sentito da tutta la popolazione di San Severino”. Dopo l’introduzione del presidente Marco Marchetti e il saluto del vice presidente del Comitato, Marco Massei, hanno preso la parola – nell’ordine – il dottor Vincenzo Felicioli, che in Comune ha la delega per la sanità, il consigliere regionale Francesco Massi e il sindaco Cesare Martini. I loro interventi hanno dato informazioni dettagliate sull’attuale situazione e sui tagli che potrebbe ancora subire l’ospedale settempedano, a cominciare dal reparto materno-infantile (Ostetricia, Ginecologia e Pediatria). Cosa è emerso di nuovo e rilevante? Due i passaggi-chiave dell’assemblea. Il primo: il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, e l’assessore regionale alla Sanità, Almerino Mezzolani, hanno incontrato venerdì sera Francesco Comi, presidente della V Commissione regionale (competente in materia sanitaria), e hanno deciso di “congelare” la proposta di delibera sulla soppressione dei punti nascita con meno di mille parti all’anno, a cominciare da quelli di Osimo e San Severino. Una decisione presa a seguito del parere espresso dalla stessa Commissione che, avendo potere consultivo, ha comunicato alla Giunta regionale di non condividere le scelte prospettate. Quindi, almeno per il momento, scongiurato il pericolo di chiusura immediata del reparto. Si passa a una nuova fase di consultazione (Anci, parti sociali e Amministrazioni locali) per definire criteri oggettivi della razionalizzazione e concordare interventi omogenei su tutto il territorio regionale. Ma in Regione i tempi stringono, per evitare il commissariamento, e la partita dei tagli resta “caldissima”. Decisivi saranno i prossimi incontri in cui San Severino farà sentire la sua voce assieme a Camerino, che con questa “sforbiciata” rischia di perdere il Dea di primo livello, e a tutto l’entroterra maceratese.  La seconda notizia è quella relativa all’idea di ricorrere al Tar contro un’eventuale delibera della Giunta regionale che dovesse stabilire la chiusura del materno-infantile settempedano, poiché secondo gli amministratori locali il riordino di questa materia deve passare attraverso il Consiglio regionale, non può essere deciso con una delibera della Giunta regionale, dal momento che l’attuale disciplina dei punti nascita deriva da adozioni legislative nazionali. L’auspicio è che non si debba arrivare a tanto, anche se tutti si sono detti pronti a dare battaglia senza esclusione di colpi.

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